Left (2022, n. 7) • Il mondo ha ancora bisogno di poeti (d1…)

𝑳𝒆𝒇𝒕  •  B e n i g n i  (2 0 2 2)  •  I l  m o n d o  h a  a n c o r a  b i s o g n o  d i  p o e t i  •

•  Qual è oggi in Cina la situazione generale della “poesia femminile”? E quali sono secondo lei i cambiamenti maggiori rispetto al passato?

Ho letto il testo di un’importante critica letteraria che apprezzo, in cui diceva che il lato positivo dell’occuparsi di Women’s studies è quello di avere continuamente la possibilità di scoprirsi e di riflettere sulla propria identità; il lato negativo è che in molti pensano che tu sia in grado di occuparti soltanto di questo tipo di studi. Alla fine, però, ha anche rilevato che non c’è una regola fissa e che non è detto che le scrittrici debbano occuparsi necessariamente del proprio essere donne né degli studi di genere. Le sue parole un po’ rattristano perché fin dalla nascita della “poesia femminile” a metà degli anni Ottanta, c’è sempre stato questo tipo di divisione. Riguardo alla questione genere, negli ultimi quarant’anni, non sono stati fatti molti passi in avanti, anzi, sono addirittura stati fatti degli impercettibili ma significativi passi indietro. Molte scrittrici, proprio per evitare questa etichetta maschile del “possono solo occuparsi di studi femminili” (‹zhi neng zuo nüxing yanjiu› 只能作女性研究), preferiscono nascondere, svilire, la propria identità di donne. È per questa ragione che molte autrici, oggi, rifiutano l’etichetta di “scrittura femminile” (‹nüxing xiezuo› 女性写作).  [⇒]

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K E Y W O R D S
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