Il segno di infinito ha una duplice risonanza. Combina l’attrattiva mistica dell’ignoto e dell’inconoscibile in tutta la sua vastità con la fredda precisione della matematica e con il desiderio di descrivere l’inimmaginabile. Il nastro a forma di otto sdraiato sul fianco è un simbolo le cui origini si perdono nella notte dei tempi, un’ombra dell’antico uroboro, il serpente che si morde la coda.
Questo segno è entrato nella tradizione cristiana fin dai primi secoli con la misteriosa croce di san Bonifacio, ma il suo ingresso nell’universo simbolico della matematica non si verificò che nel 1655, per merito del matematico di Oxford John Wallis. Wallis era un autorevole matematico — professore saviliano di geometria all’Università di Oxford per più di cinquant’anni — e un famoso inventore e decifratore di codici. Durante il periodo della guerra civile inglese (1642-51) il partito parlamentare di Oliver Cromwell scelse l’avvocato John Thurloe per l’incarico di responsabile del servizio di spionaggio, e questi creò una temuta rete informativa che copriva l’intero paese e controllava la posta, e quindi la popolazione.
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K E Y W O R D S
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