CorSera (12/8/2010) • Platone è totalitario… (2)

  •  A n t i s e r i  (2 0 1 0)  •  P l a t o n e …  v a  c o r r e t t o  •

Il filosofo-re di Platone sa che cosa è il Bene e cosa è il Male ed è pertanto divorato dallo zelo di eliminare il Male e di imporre il Bene con ogni mezzo e a ogni costo — con la soppressione del libero pensiero, la difesa della menzogna, l’intrusione dell’autorità politica anche nei più remoti angoli della vita privata e, alla fine, con il ricorso alla violenza. In breve: «Il programma politico di Platone è un programma che, lungi dall’essere moralmente superiore al totalitarismo, è fondamentalmente identico ad esso». Il sapiente di Socrate è colui che sa di non sapere; il sapiente di Platone, invece, è colui che sa di sapere. Platone, insomma, tradì Socrate, fu il suo Giuda. Già subito dopo la sua pubblicazione, il Platone totalitario di Popper fu fatto bersaglio di attacchi anche durissimi da parte di eminenti studiosi di filosofia. Sarà qui sufficiente ricordare l’‹Antisthenes redivivus› di G. J. D. de Vries (1952); le 645 fittissime pagine del lavoro ‹In Defence of Plato› di R. B. Levinson (1957); o anche il libro ‹Plato’s Modern Enemies and the Theory of Natural Law› (1953) di J. Wild, la cui conclusione è che «la diffusa opinione secondo cui il pensiero platonico sia sostanzialmente un pensiero avverso a tutti i moderni ideali progressisti è il risultato di una tragica incomprensione».

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K E Y W O R D S
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