Ora, però, dinanzi a siffatta conclusione, non può non sorgere una domanda che, con la più sincera stima e con ormai antica amicizia, rivolgo a Giovanni Reale: non ti pare che voler conoscere e formare lo «Stato perfetto» per conoscere e formare «l’uomo perfetto» costituisca il nucleo di quella presunzione fatale che è a base di ogni concezione totalitaria? In ogni caso, fu nel 1983 che Gadamer, nel saggio ‹Il pensiero di Platone nelle utopie›, ha sostenuto che Popper non ha compreso Platone per la ragione che non si sarebbe reso conto del genere letterario — che è quello della «costruzione satirico-utopica» — in cui sono scritte sia la ‹Repubblica› sia le ‹Leggi›. Non è possibile comprendere Platone se non si capisce che il genere letterario dell’utopia, il «pensare nelle utopie», non equivale alla progettazione, in vista di una sua realizzazione, di un ideale Stato perfetto, ma è piuttosto una critica indiretta, una «allusione da lontano» allo stato di cose esistente. In altri termini, si fantastica degli Stati della Luna per criticare situazioni insoddisfacenti sulla Terra. Questa, dunque, la ragione principale per cui, ad avviso di Gadamer, l’interpretazione di Platone proposta da Popper sarebbe errata.
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K E Y W O R D S
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