«La mistica di Platone — scrive Kelsen — costituisce la giustificazione della sua politica antidemocratica, l’ideologia di ogni autocrazia». Il filosofo-re «è il solo a conoscere la giustizia», ragion per cui «può e deve guidare i suoi sottoposti ed esigere da loro un’obbedienza incondizionata». Tutto ciò semplicemente per ribadire che l’interpretazione popperiana di Platone si situa all’interno di una consolidata e rispettabilissima tradizione di storiografia filosofica. Certo, si tratta pur sempre di una interpretazione e, quindi, in quanto tale, falsificabile, contestabile, come ogni altra teoria scientifica. Ma viene da chiedere: è solo un puro caso che a Mosca, nella stele in cui vengono elencati i grandi pensatori comunisti, Platone figuri al primo posto? Ed è davvero irrilevante il fatto che influenti intellettuali nazisti come H. A. Grunsky, H. Guenther e Theodor von der Pfordten abbiano visto in Platone — e non, per esempio, in Locke, Hume o Kant — la sorgente delle loro nefaste idee sulla razza e sullo Stato onnipotente? E, da ultimo, una domanda a un altro mio vecchio amico, noto studioso di filosofia antica, Enrico Berti: è davvero priva di ogni fondamento, campata per aria, l’interpretazione che Marino Gentile, il tuo maestro, dette di Platone nel 1940 nel suo libro ‹La politica di Platone›?
_____________◊ authp_D_a_r_i_o_A_n_t_i_s_e_r_i
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_D_A_n_t_i_s_e_r_i
◊ authp_A_n_t_i_s_e_r_i
◊ press_art, presshdr_C_o_r_S_e_r_a
◊ yauth_2_0_1_0, yedit_2_0_1_0
◊ lantxt_it, hdr_v3
• keywords_da_inserire
_____
¯¯¯¯¯
Nessun commento:
Posta un commento