Una ri-datazione degli artefatti litici umani trovati nel sito di Madjedbebe, in Australia settentrionale, pubblicata a fine luglio 2017 su “Nature”, ha stabilito che i primi esseri umani approdarono sul super-continente Sahul (la massa continentale che nella fasi glaciali con mari bassi univa Australia, Nuova Guinea e Tasmania) almeno 65mila anni fa, prima di quanto supposto finora. Erano esseri umani anatomicamente e cognitivamente moderni (in pratica come noi, anche in fatto di creatività artistica) e furono capaci di compiere l’impresa di attraversamento di un largo braccio di mare in un’epoca in cui poco distanti (sull’isola di Flores) sopravvivevano ancora gruppi della specie umana pigmea ‹Homo floresiensis›, forse su Giava resistevano gli ultimi ‹Homo erectus› della valle del fiume Solo, e sicuramente in Eurasia circolavano ancora i Neanderthal e i Denisovani. Mentre gli antenati degli aborigeni australiani si espandevano in Oceania, quindi, altri umani resistevano all’estinzione.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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