Terra (10/7/2009) • Aut Deus aut Natura… (9)

  •  G h e t t i  (2 0 0 9)  •  … I l  f a l s o  a t e i s m o  d i  S p i n o z a  •

Nel dibattito per il recupero di Spinoza aperto da Althusser negli anni Sessanta si inseriva, ricordiamo, anche Negri, che indicava alla sinistra come modello di modernità Spinoza, e la linea filosofica che da Spinoza, passando attraverso Hegel, culminava in Heidegger. Una grande forzatura, come ha dichiarato Michele Ciliberto (left [sic!] n. 21, 9 maggio 2009), che innestava la tradizione di pensiero metafisica e religiosa per eccellenza nel comunismo, originariamente ateo e materialista. Davvero, per dirla con Feuerbach, un ibrido misto e ambiguo, sulle cui cause e sulle cui disastrose conseguenze ci resta ancora molto da studiare.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_N_o_e_m_i_G_h_e_t_t_i
◊ authp_N_G_h_e_t_t_i
◊ authp_G_h_e_t_t_i
◊ press_art, presshdr_T_e_r_r_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error?

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Terra (10/7/2009) • Aut Deus aut Natura… (8)

  •  G h e t t i  (2 0 0 9)  •  … I l  f a l s o  a t e i s m o  d i  S p i n o z a  •

Ci sorprende quindi non poco, e troviamo perfino fuorviante rispetto al contesto del libro, che egli apra la sua introduzione con il giudizio di Althusser, che in ‹Leggere il Capitale› (1965) definì Spinoza come l’unico antenato diretto di Marx e la sua filosofia come la più grande rivoluzione filosofica di ogni tempo. Anche al di là di quanto Marx aveva visto, Althusser ci avrebbe infatti finalmente svelato il vero volto di Spinoza, e la portata del suo pensiero come teoria della politica e della storia, liberandolo dalle “immaginarie” interpretazioni ottocentesche.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_N_o_e_m_i_G_h_e_t_t_i
◊ authp_N_G_h_e_t_t_i
◊ authp_G_h_e_t_t_i
◊ press_art, presshdr_T_e_r_r_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error?

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Terra (10/7/2009) • Aut Deus aut Natura… (7)

  •  G h e t t i  (2 0 0 9)  •  … I l  f a l s o  a t e i s m o  d i  S p i n o z a  •

Ne ‹La sacra famiglia› (1845) Marx esclude Spinoza dalla sua genealogia filosofica e dalla storia del materialismo, classificandolo tra i sistemi metafisici: «Corpo, essere, sostanza sono una sola e medesima idea reale. Non si può separare il pensiero da una materia che pensa. Essa è il soggetto di tutte le modificazioni. Il termine infinito è privo di senso se non significa la capacità del nostro spirito di aggiungere senza fine cosa a cosa». Poco altro troviamo negli scritti marxiani su Spinoza, se non una manciata di citazioni distratte e un quaderno di estratti dal ‹Trattato teologico politico› del periodo dell’università. La precisazione è dello stesso Morfino.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_N_o_e_m_i_G_h_e_t_t_i
◊ authp_N_G_h_e_t_t_i
◊ authp_G_h_e_t_t_i
◊ press_art, presshdr_T_e_r_r_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error?

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Terra (10/7/2009) • Aut Deus aut Natura… (5-6)

  •  G h e t t i  (2 0 0 9)  •  … I l  f a l s o  a t e i s m o  d i  S p i n o z a  •

Schopenhauer nello stesso 1813 osserva: «Si può dire che nello spinozismo tutto sprofonda nell’abisso, ma da esso non emerge nulla». Ma nel 1840 gli riconosce di avere visto bene quale finzione sia la tanto vantata libertà del volere umano. Più diretta e articolata è la critica di Feuerbach, che considera infondata e persino ridicola l’obiezione di ateismo o di panteismo comunemente mossa a Spinoza, affermando che nessuno più di lui ha concesso maggior esistenza, maggior realtà, maggior potere a Dio.

L’identità dell’essenza con l’esistenza spinoziana non esprime altro che l’identità con se stessa della ragione, che condanna alla nullità tutte le cose la cui realtà è data dal senso. «Abbandoniamo questa contraddizione! Non “Deus sive natura” — egli conclude — ma “aut Deus aut natura” è la parola d’ordine della verità. Dove Dio è identificato o confuso con la natura (…) non c’è né Dio né la natura ma un ibrido mistico e ambiguo».

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_N_o_e_m_i_G_h_e_t_t_i
◊ authp_N_G_h_e_t_t_i
◊ authp_G_h_e_t_t_i
◊ press_art, presshdr_T_e_r_r_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error?

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Terra (10/7/2009) • Aut Deus aut Natura… (2-4)

  •  G h e t t i  (2 0 0 9)  •  … I l  f a l s o  a t e i s m o  d i  S p i n o z a  •

La filosofia di Spinoza, guardata durante l’illuminismo come «un modello di errore e di follia (…) che toglie — scrive Morfino — ogni sussistenza al finito», viene riabilitata al volgere del secolo nel passaggio dall’illuminismo all’idealismo dell’età romantica. Nella ‹Scienza della logica› (1813) Hegel riconosce nell’unica sostanza spinoziana l’antecedente della sua idea di Spirito assoluto, rivendicandosi il merito di averla elevata e articolata, nel proprio sistema, al livello superiore del concetto.

Ogni determinatezza, ogni singolarità per Spinoza non è che un attributo, una negazione della sostanza: la materia, egli scrive, «non può avere nessuna figura». L’assoluto spinoziano, chiosa Hegel, è solo la luce che illumina se stessa, analogamente a quanto accade nella rappresentazione orientale dell’emanazione. Gli manca, secondo il metodo della sua dialettica triadica, la negazione della negazione, cioè la necessità del ritorno alla prima identità, lo Spirito assoluto.

A partire dal giudizio hegeliano si viene definendo tra i filosofi tedeschi della prima metà dell’Ottocento, pur con diverse ambiguità e anche con opposte conclusioni, un campo di lettura comune: Spinoza è riconosciuto come grande metafisico della sostanza, dell’infinito da cui non solo il finito non è deducibile ma è di fatto ridotto allo statuto di apparenza illusoria.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_N_o_e_m_i_G_h_e_t_t_i
◊ authp_N_G_h_e_t_t_i
◊ authp_G_h_e_t_t_i
◊ press_art, presshdr_T_e_r_r_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error?

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Terra (10/7/2009) • Aut Deus aut Natura… (1)

  •  G h e t t i  (2 0 0 9)  •  … I l  f a l s o  a t e i s m o  d i  S p i n o z a  •

Uno spettro che erra sotto ogni sorta di forme, guardato con pari reverenza dai superstiziosi e dai miscredenti: con questa metafora alla fine del Settecento Iacobi descrive la presenza dello spinozismo, che egli considera ateismo, nella Germania del tempo. «In breve: la presenza di un’assenza» commenta nell’introduzione Vittorio Morfino, che con Gianluca Battistel e Filippo Del Lucchese ha curato ‹L’abisso dell’unica sostanza. L’immagine di Spinoza nella prima metà dell’Ottocento tedesco› (Edizioni Quodlibet). Il volume è un’antologia delle valutazioni espresse sul filosofo olandese nell’arco dell’importante trentennio che da Hegel, attraverso Fichte, Schelling, Schopenhauer e Feuerbach, arriva a Marx. Una lettura agile, da cui abbiamo ricavato utili spunti di ricerca sulla cultura di sinistra degli ultimi cinquant’anni della nostra storia.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_N_o_e_m_i_G_h_e_t_t_i
◊ authp_N_G_h_e_t_t_i
◊ authp_G_h_e_t_t_i
◊ press_art, presshdr_T_e_r_r_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error?

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Terra (10/7/2009) • Aut Deus aut Natura… (0)

  •  G h e t t i  (2 0 0 9)  •  … I l  f a l s o  a t e i s m o  d i  S p i n o z a  •

Aut Deus aut Natura. Il falso ateismo di Spinoza


FILOSOFIA

In libreria “L’abisso dell’unica sostanza. L’immagine di Spinoza nella prima metà dell’Ottocento tedesco”. Riconosciuto dall’idealismo tedesco come grande metafisico dell’unica sostanza, escluso da Marx dalla storia del materialismo, lo spinozismo negli anni Sessanta fu indicato come l’unico pensiero [sic!] antecedente al comunismo.


di Noemi Ghetti
Terra — 10/7/2009 (venerdì 10 luglio 2009)

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_N_o_e_m_i_G_h_e_t_t_i
◊ authp_N_G_h_e_t_t_i
◊ authp_G_h_e_t_t_i
◊ press_art, presshdr_T_e_r_r_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ art_hdr, lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error?

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Repubblica (15/4/2009) • Così si sogna… (4)

  •  N a d o t t i  (2 0 0 9)  •  … n e l l a  p a n c i a  d e l l a  m a m m a  •

Non è facile immaginare che cosa il feto percepisca durante questi primi sogni, almeno non nei termini in cui noi lo concepiamo da adulti. Sono sensazioni più che immagini, impulsi elettrici di attività neuronali, come se in qualche modo il cervello si stesse allenando a operazioni più complesse, come un’orchestra che accorda gli strumenti e prova qualche nota prima di arrivare all’esecuzione della sinfonia. Gli scienziati sono tuttavia esaltati dalla scoperta di un’attività neuronale così precoce, un punto di osservazione essenziale per scorgere i primi passi dell’organo più complesso e ancora più sconosciuto del nostro corpo.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_C_r_i_s_t_i_n_a_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_C_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_N_a_d_o_t_t_i
◊ press_art, presshdr_R_e_p_u_b_b_l_i_c_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Repubblica (15/4/2009) • Così si sogna… (3)

  •  N a d o t t i  (2 0 0 9)  •  … n e l l a  p a n c i a  d e l l a  m a m m a  •

Per entrare nel cervello di un feto a uno stadio ancora immaturo un gruppo di neuroscienziati della Friedrich Schiller University di Jena, in Germania, ha pensato di osservare cosa accade in un animale con uno sviluppo fetale simile a quello umano. La scelta è caduta sulla pecora, i cui piccoli sono di solito uno o, al massimo, due e i cui tempi di crescita sono molto simili ai nostri, ma nell’arco di 150 giorni invece che 280. L’esperimento poteva contare su certezze già acquisite sulla somiglianza tra sonno animale e sonno umano, poiché nei mammiferi la proporzione di fasi Rem e non Rem riflette, come negli umani, l’età, lo stile di vita e la maturità alla nascita. I neuroscienziati sono riusciti a fare un elettroencefalogramma a un feto di pecora di appena 106 giorni e l’attività cerebrale registrata ha confermato che, seppure ancora immatura, questa comprende cicli di sonno simili a quelli delle età successive, sebbene più brevi. In un feto più sviluppato i cicli tra sonno Rem e non Rem fluttuano tra i 20 e i 40 minuti, mentre in quello di 106 giorni si è scoperta una durata compresa tra i 5 e i 10 minuti, con un lento cambiamento mano a mano che prosegue lo sviluppo.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_C_r_i_s_t_i_n_a_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_C_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_N_a_d_o_t_t_i
◊ press_art, presshdr_R_e_p_u_b_b_l_i_c_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Repubblica (15/4/2009) • Così si sogna… (2)

  •  N a d o t t i  (2 0 0 9)  •  … n e l l a  p a n c i a  d e l l a  m a m m a  •

Elettroencefalogrammi eseguiti su neonati di cinque mesi hanno mostrato la comparsa del sonno profondo, ma tali esami sono comunque giudicati difficili dal punto di vista tecnico e pieni di errori. I neuroscienziati si interrogano perciò se prima di 20 settimane il cervello abbia cicli di sonno o sia inattivo. Dare una risposta a tale quesito non significa solo confermare un’ipotesi che scienze quali psicoanalisi e psicologia, attraverso lo studio dei sogni, hanno già avanzato, ma trovare i mezzi per studiare lo sviluppo del cervello e individuarne i momenti più importanti, quelli in cui possono avere origine patologie dell’età adulta.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_C_r_i_s_t_i_n_a_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_C_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_N_a_d_o_t_t_i
◊ press_art, presshdr_R_e_p_u_b_b_l_i_c_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Repubblica (15/4/2009) • Così si sogna… (1)

  •  N a d o t t i  (2 0 0 9)  •  … n e l l a  p a n c i a  d e l l a  m a m m a  •

Non c’è ancora il movimento rapido degli occhi, rivelatore di quel sonno profondo in cui la mente si abbandona a immagini fantastiche, voli sopra la città o incubi orrendi. Eppure una scarica elettrica ha fatto dire agli scienziati che il sogno è una delle prime attività che si sviluppano nel cervello. Che si fosse in grado di sognare ancor prima di nascere, la scienza l’aveva accertato proprio grazie al rilevamento della fase Rem del sonno, quella del “rapid eye movement”, in feti di sette mesi. In questo stadio di sviluppo, il feto è addormentato per la maggior parte del tempo e la sua attività cerebrale alterna cicli regolari di fase Rem e non Rem, proprio come negli adulti. Poco di più si sapeva su ciò che nel cervello accade prima, perché la misurazione diretta dell’attività cerebrale di un feto umano appariva impossibile.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_C_r_i_s_t_i_n_a_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_C_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_N_a_d_o_t_t_i
◊ press_art, presshdr_R_e_p_u_b_b_l_i_c_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Repubblica (15/4/2009) • Così si sogna… (0)

  •  N a d o t t i  (2 0 0 9)  •  … n e l l a  p a n c i a  d e l l a  m a m m a  •

Così si sogna nella pancia della mamma


In quelle scariche elettriche, prodotte dal cervello, non ci sono immagini

La scoperta apre la strada a futuri studi neurologici

Alcuni scienziati tedeschi sono riusciti a fare un elettroencefalogramma a un feto di pecora di 106 giorni

Così è stata registrata un’attività cerebrale che, benché immatura, comprende cicli di sonno in fase onirica


[A·0]• ÷
di Cristina Nadotti
Repubblica — 15/4/2009 (mercoledì 15 aprile 2009)

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_C_r_i_s_t_i_n_a_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_C_N_a_d_o_t_t_i
◊ authp_N_a_d_o_t_t_i
◊ press_art, presshdr_R_e_p_u_b_b_l_i_c_a
◊ yauth_2_0_0_9, yedit_2_0_0_9
◊ art_hdr, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.4. Il cranio di Dmanisi riapre la… (11)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.4.  … s f i d a  t r a  ‹l u m p e r s›  e  ‹s p l i t t e r s›  •

Peraltro, l’ipotesi di Lordkipanidze e colleghi non sembra molto più parsimoniosa delle altre: fa grande differenza, in termini di semplicità del modello, se all’inizio del genere ‹Homo› c’erano tre specie geograficamente distinte oppure un’unica specie con varie sotto-specie cronologiche e una pletora di varianti regionali dai nomi impronunciabili? Un ‹lumper› tenace potrebbe ribattere: non sarà la fine del cespuglio degli ominini in generale, ma almeno del genere ‹Homo› sì. Non è così. Come vedremo tra poco, anche se riunissimo le prime tre specie, il genere ‹Homo› resterebbe rigogliosamente ramificato, con almeno altre otto specie riconosciute come distinte. Ci si può insomma dividere fra ‹lumpers› prudenti e ‹splitters› più arditi nel coniare nuovi nomi di specie (come Ian Tattersall), ma in ogni caso l’idea di un’unica linea di discendenza per l’intero genere ‹Homo› non è più resuscitabile.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.4. Il cranio di Dmanisi riapre la… (10)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.4.  … s f i d a  t r a  ‹l u m p e r s›  e  ‹s p l i t t e r s›  •

Con o senza potature, risulta infatti impossibile ormai riunire tutte le specie di ‹Homo› in un’unica linea, con una sola grande specie per volta che da Dmanisi fino a oggi culminerebbe gradualmente in ‹Homo sapiens›. Basta fare i conti. Anche ammettendo che ‹H. habilis›, ‹H. rudolfensis› e ‹H. ergaster› vadano riuniti in un’unica forma, in quello stesso periodo erano presenti in Africa anche ‹Australopithecus sediba› al sud e almeno due specie del genere ‹Paranthropus›. Tre generi di ominini in contemporanea, nello stesso continente. Quindi la situazione nella fase evolutiva in questione, anche nell’ottica eventuale di riduzione delle specie, è fittamente ramificata. Come abbiamo visto, da decenni in paleoantropologia si contrappongono la scuola dei “‹lumpers›” da una parte e la scuola degli “‹splitters›” dall’altra. L’articolo di “Science” del 2013 era in pieno stile ‹lumper›, ma la partita è aperta.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.4. Il cranio di Dmanisi riapre la… (9)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.4.  … s f i d a  t r a  ‹l u m p e r s›  e  ‹s p l i t t e r s›  •

Nonostante la stampa avesse chiassosamente commentato il loro articolo come una rivoluzione, un “ritorno al modello unilineare” (o come la morte del cespuglio degli ominini), gli autori dell’articolo sul cranio di Dmanisi distinguevano chiaramente e correttamente due livelli: i dati consolidati, prima; la loro interpretazione, poi, presentata come un modello ipotetico che convive con scenari alternativi. Sui primi non ci piove. La seconda è invece materia per specialisti, soggetta a revisioni e bisognosa di ulteriori dati per raffinarsi. Per dirimere la questione di merito (quante specie all’inizio del genere ‹Homo›?) dovremo studiare altri fossili, se possibile provenienti da altri siti, africani e non. Dovremo colmare le molte lacune della documentazione in fasi cruciali del Pleistocene e capire meglio le dinamiche di uscita dall’Africa a più riprese di forme del genere ‹Homo› (quella di Dmanisi potrebbe essere una popolazione di ‹early Homo› che ancora possedevano una forte variabilità intraspecifica che poi si è frantumata in specie differenti). Raramente nella scienza una singola scoperta ha il potere di sovvertire un modello ormai consolidato.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.4. Il cranio di Dmanisi riapre la… (8)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.4.  … s f i d a  t r a  ‹l u m p e r s›  e  ‹s p l i t t e r s›  •

Infine, così come è difficile provare che le popolazioni dei primi ‹Homo› fossero geneticamente distinte (non abbiamo la macchina del tempo per verificare che non si accoppiassero tra loro, ma possiamo dedurlo da dati morfologici e geografici), allo stesso modo è difficile convincersi che vi fosse una continuità genetica così globale, dall’Africa a tutta l’Eurasia. Come fa una popolazione biologica sparsa dal Sudafrica al Caucaso, dalla Spagna al Medioriente, dalla Rift Valley a Giava, a rimanere universalmente interfeconda e polimorfica per ben due milioni di anni? Come avveniva il flusso genico con densità di popolazione basse com’erano allora? Va poi aggiunto che è in ogni caso difficile capire se una morfospecie (cioè una popolazione biologica definita solo in base alle sue caratteristiche morfologiche fossilizzate) sia davvero distinta da altre specie limitrofe.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.4. Il cranio di Dmanisi riapre la… (7)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.4.  … s f i d a  t r a  ‹l u m p e r s›  e  ‹s p l i t t e r s›  •

Molti paleoantropologi si dichiararono però fin da subito in disaccordo, per varie ragioni. Il modello si basava infatti su un’assunzione evoluzionistica controversa, e cioè che la distinzione fra linee di discendenza (indicante ciascuna una specie) debba implicare, in ognuna di esse, una forte riduzione della variabilità morfologica. Non è sempre così: dipende dagli adattamenti alle differenti nicchie ecologiche. Gli esemplari di Dmanisi potrebbero appartenere a una specie distinta e autoctona, e pur tuttavia essere molto variabili morfologicamente. Oppure potrebbero essere di specie differenti, vissute nello stesso sito, su un arco di tempo di più di 100.000 anni. Ci sono poi alcuni problemi tecnici nella scelta dei tratti da considerare e nelle statistiche di assemblaggio e di comparazione dei reperti. Con il metodo adottato nell’articolo — ha notato Bernard Wood — anche un Neanderthal finirebbe nella stessa specie, il che è assurdo.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.4. Il cranio di Dmanisi riapre la… (6)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.4.  … s f i d a  t r a  ‹l u m p e r s›  e  ‹s p l i t t e r s›  •

L’idea piuttosto radicale del gruppo di Lordkipanidze è che vi sia stata, in quel periodo, un’unica specie di ‹Homo erectus›, originatasi in Africa, polimorfica, con varie fasi temporali di trasformazione (per esempio la crono-sotto-specie africana ‹H. erectus ergaster›) e molta variazione intraspecifica a livello di singole popolazioni, come appunto in Georgia per la variante geograficamente localizzata che gli scopritori proposero di chiamare assai pomposamente ‹Homo erectus ergaster georgicus›. Gli autori aggiungevano cautamente che si trattava di un’ipotesi filogenetica ancora tutta da consolidare. La documentazione fossile è infatti frammentaria in quel periodo. Loro difendevano l’idea che la prima uscita dall’Africa fosse stata realizzata da un’unica specie polimorfica che spaziava dall’Etiopia fino a Giava. All’albero cespuglioso degli ominini tratteggiato negli ultimi anni bisognava quindi togliere almeno tre specie (cioè tre rami) e raggrupparle in una sola. Una drastica potatura.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.4. Il cranio di Dmanisi riapre la… (4-5)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.4.  … s f i d a  t r a  ‹l u m p e r s›  e  ‹s p l i t t e r s›  •

Fin qui, abbiamo la descrizione analitica del ritrovamento fossile (datazione, morfologia, etc.) associata ad alcuni indizi su possibili generalizzazioni: i primi ‹Homo› erano morfologicamente molto variabili, il che di per sé non sorprende visto che vivevano in un contesto ecologico instabile ed eterogeneo, dal Sudafrica al Mar Nero (erano insomma forme di transizione fra le ultime australopitecine con ancora caratteri arboricoli residui e un cervello stabilmente di 400-450 cc e le forme del genere ‹Homo› più slanciate, completamente bipedi e con un cervello in espansione).

Come d’uopo iniziavano poi, nella parte finale dell’articolo su “Science”, le interpretazioni degli scopritori a proposito delle implicazioni di questa scoperta sul modello generale dell’evoluzione umana corroborato fino a questo momento. Gli autori dell’articolo ipotizzavano, in particolare, che la variabilità così spiccata, in un sito geograficamente localizzato, fosse tale da includere nel suo spettro anche tutte le varianti africane coeve fin qui attribuite a ‹Homo habilis›, ‹Homo rudolfensis› e ‹Homo ergaster›, che quindi vengono raggruppate in una singola linea evolutiva di “primi Homo” [sic!], con una continuità geografica attraverso continenti diversi. In pratica, si suggeriva la presenza di una sola grande specie all’inizio del nostro genere, e non tre o quattro come pensavano (e continuano a pensare) molti altri paleoantropologi.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error?

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.4. Il cranio di Dmanisi riapre la… (2-3)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.4.  … s f i d a  t r a  ‹l u m p e r s›  e  ‹s p l i t t e r s›  •

Il più antico cranio umano fuori dall’Africa presenta un mix di caratteri particolari, alcuni avanzati e altri più “arcaici”: la capacità cranica è di soli 546 cc; la faccia è larga e robusta, da gran masticatore; la mandibola è protrusa in avanti; la tecnologia è del primo tipo, rudimentale; la statura ridotta. Nel complesso i tratti morfologici sono molto simili a quelli dei primi ‹Homo› vissuti in Africa orientale nello stesso periodo (cioè ‹Homo habilis› e ‹Homo ergaster›). Emerge quindi un primo dato interessante: non ci vollero né un grande cervello né strumenti sofisticati per mettersi in cammino ed espandere il proprio territorio fino al Medioriente e poi alle vallate del Caucaso.

Ma c’è dell’altro. Facendo una comparazione analitica fra questo cranio e altri quattro già scoperti nello stesso sito di Dmanisi, i ricercatori fanno notare che la variabilità morfologica fra i cinque individui georgiani è molto alta. Fatta la tara alle differenze di età e di sesso, gli esemplari di questa popolazione euroasiatica di primi ‹Homo› sono molto diversi l’uno dall’altro in molti dettagli anatomici (nella faccia, nella forma della testa, nelle dimensioni complessive), pur appartenendo, sembrerebbe, alla stessa specie. Non sono infatti più diversi da come apparirebbero dalle stesse analisi comparative cinque umani moderni o cinque scimpanzé.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.4. Il cranio di Dmanisi riapre la… (1)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.4.  … s f i d a  t r a  ‹l u m p e r s›  e  ‹s p l i t t e r s›  •

Nel 2013 un dibattito sull’evoluzione del genere ‹Homo› ha agitato le acque della paleoantropologia e ha riportato in auge una contrapposizione tra due epistemologie che sembrava sopita: quella fra un’interpretazione lineare (o anagenetica) dell’evoluzione umana e un’interpretazione ramificata o cladogenetica. Nel sito di Dmanisi, in Georgia, il paleoantropologo David Lordkipanidze aveva scoperto nel 2005 un cranio completo, appartenuto a un individuo adulto del genere ‹Homo› vissuto intorno a 1,8 milioni di anni fa, associato perfettamente a una mandibola trovata cinque anni prima. È il reperto meglio conservato al mondo per capire l’anatomia della testa dei primi rappresentanti del nostro genere. Inoltre, come abbiamo visto, l’insediamento di Dmanisi è il più antico mai rinvenuto finora al di fuori dell’Africa ed è ritenuto un crocevia della prima grande “uscita dall’Africa” dei nostri antenati, avvenuta poco dopo i due milioni di anni fa. L’interesse della scoperta è dunque massimo. Dopo otto anni di lavoro su questi eccezionali reperti, un team internazionale di paleontologi coordinati dallo stesso Lordkipanidze pubblica su “Science”, il 18 ottobre 2013, la descrizione dei fossili e un’ipotesi sul loro possibile significato evolutivo.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.3. Gli umani si diffondono… (8)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.3.  … i n  t u t t o  i l  V e c c h i o  M o n d o  •

Ci stiamo dunque avvicinando a quell’epoca confusa e misteriosa durante la quale ha avuto origine la nostra specie. Ma prima di addentrarci nelle nebbie che avvolgono l’evento possiamo trarre una prima conclusione provvisoria: se noi “immergiamo” l’evoluzione umana nel crogiuolo complesso delle sue connessioni ambientali, climatiche ed ecologiche otteniamo un’immagine del processo di trasformazione dei nostri antenati fortemente contingente. È stata un’evoluzione a scossoni, a ritmi spaiati, durante la quale le innovazioni più importanti sono comparse sporadicamente e raramente: non vi sono segnali apparenti di un lento e continuo raffinamento progressivo delle caratteristiche “umane”. Da questo momento in poi la geografia diventa centrale e le parole d’ordine dell’evoluzione umana saranno: spostarsi, espandersi, migrare.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.3. Gli umani si diffondono… (6-7)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.3.  … i n  t u t t o  i l  V e c c h i o  M o n d o  •

Molti eventi cruciali di questo dramma evolutivo rimarranno per sempre nascosti. La storia degli ominini del Pleistocene conserverà i suoi segreti, anche perché la documentazione paleontologica, ora estesa a tre continenti, è molto lacunosa su questo periodo ed è una vera beffa che manchino dati certi proprio per la fase critica durante la quale si sono create le condizioni per l’emergenza della nostra specie.

Il caso vuole che la maggior quantità dei reperti di questa fase provenga non dall’Africa ma dall’Europa, dove sono stati aperti più siti archeologici. Ma l’instabilità climatica interessò tutto il pianeta ed è facile supporre che molti eventi di speciazione e di migrazione abbiano coinvolto anche gli altri continenti e a maggior ragione l’Africa per l’antichità del suo popolamento. Da questo complesso e oscuro quadro planetario sarà molto difficile ricostruire l’esatto luogo d’origine di ciascuna specie, tanto che la paleoantropologia dovrà ricorrere all’aiuto prezioso della genetica comparata per risolvere i suoi dubbi.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.3. Gli umani si diffondono… (5)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.3.  … i n  t u t t o  i l  V e c c h i o  M o n d o  •

Il quadro ambientale, dunque, si complica proprio al culmine della colonizzazione del Vecchio Mondo da parte di ‹erectus›. Le oscillazioni climatiche dell’età glaciale si acuiscono intorno a un milione di anni fa, alterando il clima non soltanto nelle aree settentrionali di Europa e Asia. Le calotte polari avanzano e arretrano vigorosamente, abbassando e innalzando il livello dei mari di decine di metri: le penisole diventano isole e poi ritornano penisole; gli istmi si inabissano e riaffiorano; le vallate settentrionali restano circondate dal ghiaccio e poi si riaprono; la vegetazione si sposta in latitudine e in quota, e con essa si spostano le mandrie di erbivori dalla cui esistenza dipendeva quella degli ominini. L’instabilità climatica produce quindi un’instabilità geografica e ambientale generale. Le specie sono obbligate a spostarsi e la frammentazione degli habitat le espone spesso all’isolamento reciproco. Come abbiamo visto, sono queste le condizioni favorevoli per una nuova radiazione adattativa, per una diversificazione di forme, ma questa volta estesa, nel caso del genere ‹Homo›, a gran parte delle terre emerse.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.3. Gli umani si diffondono… (4)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.3.  … i n  t u t t o  i l  V e c c h i o  M o n d o  •

Le nozioni monolitiche di “uomo primitivo” e di “ambiente ancestrale” si sbriciolano: non vi è traccia né di una specie unica né di un ambiente ancestrale omogeneo. Lo scenario è piuttosto quello di un mosaico intricato e complesso di specie in trasformazione e di nicchie ambientali instabili. Alla luce di questa ricostruzione aggiornata, la savana per come la conosciamo oggi è stato il nostro ambiente elettivo solo in tempi recenti (dopo una lunga e felice convivenza con uno stile di vita misto) e solo per il poco tempo necessario a colonizzare il Vecchio Mondo. Siamo stati quasi sempre una famiglia di specie poliedriche, duttili e abituate a una molteplicità di nicchie ecologiche. È molto difficile presumere, come spesso si è fatto, che il retaggio di un ambiente originario africano condizioni ancora i nostri comportamenti attuali, allungando la sua ombra su di noi. Il nostro segreto, al contrario, è stata la plasticità comportamentale.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.3. Gli umani si diffondono… (3)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.3.  … i n  t u t t o  i l  V e c c h i o  M o n d o  •

A metà strada fra il Mar Nero e il Mar Caspio, alla confluenza di due fiumi, nel 2000 sotto le rovine di un castello medioevale sono affiorati i resti di un insediamento umano di età sbalorditiva: 1,85 milioni di anni, la data più antica mai documentata finora al di fuori dell’Africa. Il sito di Dmanisi, in Georgia, ha restituito decine di fossili appartenuti a più individui. I manufatti sono di tipo primitivo e gli individui (almeno cinque i crani studiati e comparati, caso raro e prezioso di studio popolazionale su umani così antichi) sono molto diversi gli uni dagli altri nella morfologia, soprattutto della faccia. La combinazione unica di caratteri, alcuni dei quali riconducibili all’antenato ‹H. habilis› e altri più vicini a ‹H. ergaster› e ‹H. erectus›, ha indotto gli scopritori a proporre una nuova sotto-specie, ‹Homo erectus georgicus›, per questa enigmatica popolazione pioniera, capace per la prima volta di sopravvivere in ecosistemi diversi da quelli africani. Labilità della definizione di “specie” a parte, la vicenda degli ominini del genere ‹Homo› si intreccia ora strettamente con la storia climatica, meteorologica e geologica del pianeta intero. Inizia il processo di coevoluzione e di trasformazione reciproca fra le molteplici nicchie ambientali terrestri e le popolazioni umane che vi si adattano, che le attraversano, le abitano, le sconvolgono, le sfruttano. Sarà una storia difficile da raccontare ma entusiasmante: una storia di colonizzazioni, di ibridazioni, di ondate migratorie, di competizioni fra popolazioni, di estinzioni, di esplosioni creative. Le popolazioni di cacciatori raccoglitori, adattandosi ad habitat diversi, svilupperanno quella forte intimità con la natura, quel senso di appartenenza e di interdipendenza verso la terra e le altre forme animali, quella sensibilità per tutte le manifestazioni del vivente che ancora appartiene all’universo simbolico e spirituale dei popoli nativi.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.3. Gli umani si diffondono… (2)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.3.  … i n  t u t t o  i l  V e c c h i o  M o n d o  •

Da questo momento in poi lo spazio geografico in cui il cespuglio degli ominini si ramifica tende a essere uno spazio planetario. Per le molteplici uscite dall’Africa dei nostri antenati ominini, il corridoio del Levante in Medioriente e la penisola arabica sono stati punti di passaggio fondamentali. ‹Homo ergaster› espande i suoi territori di insediamento. Si sposta in piccoli gruppi di 25-30 individui e si diffonde nelle vallate e negli altipiani africani. Poi, per la prima volta nella storia, un ominino valica i confini dell’Africa. Lo ritroviamo, con datazioni molto antiche che sfiorano i due milioni di anni, nelle vallate del Piccolo Caucaso in Georgia, a Ubeidiya in Medio Oriente, lungo le coste dell’Asia e nell’attuale Pakistan a Riwat. A partire da 1,5 milioni di anni fa è a Renzidong e poi a Zhoukoudian in Cina, a Sangiran sull’isola di Giava. In un lasso di tempo che abbraccia decine e centinaia di migliaia di anni, i primi rappresentanti del genere ‹Homo›, partiti da una vallata del Corno d’Africa, si affacciano sul Pacifico. È solo la prima di molte diaspore.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.3. Gli umani si diffondono… (1)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.3.  … i n  t u t t o  i l  V e c c h i o  M o n d o  •

A testimoniare l’estrema antichità e velocità del primo grande processo di “globalizzazione” dell’areale umano hanno contribuito in questi anni le datazioni della presenza di ‹Homo erectus› in Asia orientale. Se i primi ritrovamenti di Dubois e dei suoi successori non andavano oltre il milione di anni, oggi sappiamo che un cranio disseppellito nel 1979 a Sangiran, nell’isola di Giava, è vecchio di 1.500.000 anni (e ci troviamo a migliaia di chilometri dagli altipiani etiopici…). In Cina la presenza umana è sembrata leggermente più tarda e le datazioni più antiche di ‹erectus› arretravano non oltre gli 800.000 anni fa. Oggi i paleoantropologi cinesi ritengono invece che la presenza di ‹Homo erectus› nell’area sia da retrodatare addirittura a 1 milione e mezzo di anni fa, come testimonierebbero le ossa e gli utensili scoperti dal 1999 nel sito di Renzidong, nella provincia del Sichuan.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.2. La prima grande diaspora… (17)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.2.  … g r a n d e  d i a s p o r a  d e l l’ u m a n i t à  •

Per due terzi del suo arco temporale l’evoluzione umana avvenne soltanto in Africa, poi cominciò la planetarizzazione. Da questo momento nel cespuglio degli ominini fanno irruzione fenomeni evoluzionistici inediti: migrazioni locali, cioè spostamenti limitati, ma rapidi, di popolazioni da un’area geografica a un’altra, anche lontana; dispersioni, cioè frammentazioni di popolazioni su vasta scala in nicchie ecologiche separate (che possono dare origine a speciazioni allopatriche); colonizzazioni, cioè l’occupazione stabile di nuove aree geografiche su larga scala e in tempi lunghi. Grazie a questi processi, per la prima volta l’areale di distribuzione di un singolo ominino non sarà più limitato alla porzione di territorio compresa fra il Ciad e l’oceano Indiano (già di per sé ampia e complessa), ma si estenderà fino a coprire tutto il Vecchio Mondo (Africa ed Eurasia): un evento unico nella nostra evoluzione, una profonda irreversibilità storica che segnerà per sempre il nostro destino di specie “planetaria”.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.2. La prima grande diaspora… (16)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.2.  … g r a n d e  d i a s p o r a  d e l l’ u m a n i t à  •

È l’inizio della prima grande diaspora dell’umanità, la prima grande migrazione di una popolazione appartenente al nostro genere. ‹Homo ergaster›, superando barriere geografiche e adattandosi a regioni molto diverse fra loro, colonizzò una vasta porzione del Vecchio Mondo. L’“uomo di Pechino” e l’“uomo di Giava” rappresentano le versioni asiatiche di ‹Homo ergaster› o ‹erectus›, in un certo senso i primi “scopritori” e colonizzatori del continente asiatico. Stranamente, gli ‹erectus› rinvenuti a Zhoukoudian, vicino a Pechino, come quelli di Giava, non usavano i bifacciali e in generale, fino alla loro scomparsa avvenuta molte centinaia di migliaia di anni dopo, mostrarono una forte stabilità nelle tecnologie adottate e nel comportamento sociale. Forse si erano separati dai loro antenati africani prima che questi inventassero la tecnologia acheuleana e non ne avvertirono il bisogno.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.2. La prima grande diaspora… (15)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.2.  … g r a n d e  d i a s p o r a  d e l l’ u m a n i t à  •

Naturalmente non dobbiamo immaginare carovane di ominini in cammino verso terre promesse né esodi di massa da regioni inospitali, ma una lenta avanzata, di generazione in generazione, degli accampamenti di ‹ergaster› verso nord e verso est. Non si tratta quindi di “migrazioni” intenzionali nel senso moderno, ma di espansioni di areale geografico (anche se per comodità utilizzeremo nel prosieguo il termine migrazione). Una visione pionieristica ha spesso accompagnato il “mito dell’eroe” nelle ricostruzioni epiche dell’evoluzione umana, con l’uomo condotto a dominare terra, mare e cielo. Tuttavia, trasferendo i propri insediamenti di alcuni chilometri a ogni generazione, una piccola popolazione può spostarsi verso nuove terre in poche migliaia di anni senza bisogno di organizzare esodi biblici. Se ipotizziamo un avanzamento di dieci chilometri a ogni secolo, in 10.000 anni le tribù di ‹ergaster›, la cui densità demografica doveva essere all’incirca di un individuo ogni dieci chilometri quadrati, avrebbero potuto coprire una distanza di mille chilometri. In quest’ordine di idee, nei 200.000 anni trascorsi dalla nascita di ‹ergaster› ai primi ritrovamenti di ominini in Asia orientale si può ipotizzare uno spostamento potenziale di più di 20.000 chilometri, cioè la distanza che intercorre fra l’Etiopia e le regioni più lontane del vecchio mondo.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.2. La prima grande diaspora… (14)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.2.  … g r a n d e  d i a s p o r a  d e l l’ u m a n i t à  •

Indipendentemente dalle cause primarie e secondarie di questo impulso alla colonizzazione, è di capitale importanza rilevare che il gusto per i lunghi viaggi sia diventato un tratto tipicamente umano fin da tempi molto più antichi di quanto non si sia mai pensato, cioè fin dai primordi del genere ‹Homo›. Ha inizio qui, due milioni di anni fa, la prima pagina del ricchissimo curriculum di viaggiatore e di esploratore instancabile del genere ‹Homo›. La scimmia bipede, dopo un lungo apprendistato per la sopravvivenza nelle pericolose distese aperte africane, è portata ad affrancarsi dal suo originario habitat arboreo in via di estinzione. Esce allo scoperto, si divide in piccole tribù simili a quelle dei cacciatori raccoglitori sopravvissuti in tempi moderni, si moltiplica, esplora nuovi territori, si organizza in accampamenti, colonizza regioni sconosciute dirigendosi verso l’Africa settentrionale lungo le coste. In poche decine di migliaia di anni si espande in Medio Oriente, dove lo ritroviamo in siti israeliani datati 1,8 milioni di anni fa, poi in Asia meridionale e infine in Asia orientale.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.2. La prima grande diaspora… (13)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.2.  … g r a n d e  d i a s p o r a  d e l l’ u m a n i t à  •

Tuttavia, soltanto ‹Homo ergaster› prolungherà la sua espansione fino alle ultime propaggini delle terre emerse. In questo fenomeno peculiare il paleoantropologo Clive Gamble ha notato una forte componente di contingenza evolutiva. Le caratteristiche espansive di ‹ergaster›, secondo Gamble, non furono selezionate in vista della colonizzazione planetaria e nessuna [sic!] sarebbe sufficiente per spiegarla. Si trattò piuttosto dell’incontro eccezionale di circostanze favorevoli in un contesto di instabilità ambientale, innescato probabilmente da un mutamento iniziale nel comportamento sociale. Una più elaborata e consapevole organizzazione sociale, fatta di reti estese di relazioni e di alleanze, potrebbe aver integrato gli elementi adattativi che le specie ominine avevano accumulato nella lunga fase sub-sahariana, producendo uno spiccato ‹exaptation› per l’espansione e per la colonizzazione di nuovi territori.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error?

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.2. La prima grande diaspora… (12)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.2.  … g r a n d e  d i a s p o r a  d e l l’ u m a n i t à  •

Lo zoologo Valerius Geist, alla fine degli anni Settanta, aveva proposto di definire le caratteristiche “espansive” delle specie ominine (e così di molte altre specie di mammiferi africani del Pleistocene) come un “fenotipo di dispersione” (‹dispersal phenotype›, contrapposto al “fenotipo di mantenimento” tipico delle specie immerse in un ambiente stabile e ricco). Secondo Geist, gli ominini, le iene maculate e molti altri carnivori divennero a un certo punto, a causa delle instabilità ecologiche, gruppi di specie tendenzialmente girovaghe ed esploratrici, perennemente alla ricerca di habitat più generosi e con meno competitori diretti. Il “fenotipo di mantenimento” delle australopitecine, di ‹Homo habilis› e di ‹Homo rudolfensis›, per i quali l’esplorazione ai confini del territorio di un clan era probabilmente un comportamento occasionale dei maschi giovani, si tramutò in qualche popolazione in un “fenotipo di dispersione”. Inoltre, la regione sahariana, che per tutto il Pleistocene oscillò fra periodi di aridità e periodi di fertilità, potrebbe aver funzionato come una grande “pompa” per le migrazioni dei primi ominini e di altri animali, attirandoli a sé nei periodi fertili ed espellendoli in tutte le direzioni nei periodi di siccità.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.2. La prima grande diaspora… (11)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.2.  … g r a n d e  d i a s p o r a  d e l l’ u m a n i t à  •

È probabile che la tendenza alle migrazioni sia stata favorita dalla forte instabilità climatica che continuò a interessare il pianeta anche dopo il raffreddamento del clima. A partire da un milione e 800.000 anni fa iniziarono le grandi oscillazioni glaciali, caratterizzate da un’alternanza ciclica (con un ritmo di circa 100.000 anni) di fasi glaciali fredde e fasi interglaciali miti (inframmezzate a loro volta da periodi più caldi e più freddi). Le fluttuazioni climatiche del Pleistocene alterarono l’habitat di ‹ergaster› e di ‹erectus›, con lunghi periodi di raffreddamento lento e brevi periodi di riscaldamento. Non è da escludere, però, che abbiano inciso anche un’organizzazione sociale più articolata e una conseguente, seppur lieve, crescita demografica: le popolazioni di ‹ergaster› e di ‹erectus›, probabilmente organizzate in gruppi di venticinque o trenta individui, non abbandonarono l’Africa, ma crebbero e si espansero a macchia d’olio in altre regioni. Certamente, le oscillazioni climatiche produssero spostamenti globali della vegetazione, con conseguenti migrazioni degli habitat di tutti gli animali. Fu dunque un’epoca di grande fluidità e di agitazione negli ecosistemi.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯

Homo sapiens… • 5.2. La prima grande diaspora… (9-10)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  5.2.  … g r a n d e  d i a s p o r a  d e l l’ u m a n i t à  •

Di certo deve essersi trattato di un comportamento legato alle caratteristiche anatomiche e sociali uniche che accompagnano l’emergenza di ‹Homo ergaster›, perché le datazioni delle prime espansioni verso nord (un tempo fissate a un milione di anni fa) negli ultimi anni sono state spostate all’indietro di almeno 700.000 anni. Nel 2000 fece scalpore la notizia del ritrovamento, in un sito di ‹Homo erectus› a Dmanisi in Georgia, di due crani databili a 1,98 milioni di anni fa, prova evidente che i primi spostamenti fuori dall’Africa cominciarono appena dopo la comparsa di ‹ergaster›, come se un istinto migratorio fosse stato in qualche modo inscritto nella conformazione del nuovo ominino. Resti analoghi sono stati rinvenuti a Ubeidiya, in Medio Oriente.

Ciò fa propendere molti scienziati per una spiegazione prevalentemente climatica di tali spostamenti: ‹Homo ergaster›, specie ben adattata agli spostamenti in spazi aperti, reagì forse al progressivo inaridimento del suolo africano dirigendosi verso terre più accoglienti e ricche di cibo (anche se ben presto dovette abbandonare la Georgia per l’inasprirsi del clima). La velocità del processo di diffusione è stata così alta che alcuni scienziati sono oggi propensi a considerare ‹ergaster› ed ‹erectus› due varianti della stessa specie: ‹Homo ergaster› è la versione africana, ‹Homo erectus› la versione asiatica.

_____________
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_T_e_l_m_o_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_T_P_i_e_v_a_n_i
◊ authp_P_i_e_v_a_n_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s_e_a_l_t_r_e_c_a_t_a_s_t_r_o_f_i
◊ cover_H_o_m_o_s_a_p_i_e_n_s
◊ edit_M_e_l_t_e_m_i
◊ (yauth_2_0_0_2) yauth_2_0_1_8, yedit_2_0_1_8
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v3

• keywords_da_inserire

_____
[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
¯¯¯¯¯