L’ipotesi è che questa modificazione dei meccanismi di sviluppo sia fondamentalmente costituita dal fenomeno conosciuto come ‹neotenia›: letteralmente “mantenimento dei caratteri giovanili”. La diversificazione del genere ‹Homo› dal resto dei primati superiori potrebbe essere stata determinata da una mutazione nel sistema regolatore tale da prolungare lungo tutto l’arco della vita le caratteristiche giovanili che una scimmia antropomorfa normalmente mantiene soltanto nelle prime fasi della vita. In altri termini, noi saremmo figli di una piccola mutazione genetica intervenuta a livello dei geni regolatori dello sviluppo durante la fase di forte instabilità climatica che diede origine all’era delle glaciazioni e accelerata nel patrimonio genetico delle prime specie appartenenti al genere ‹Homo› grazie alle forti ricadute adattative che bilanciarono i costi. Il potenziale evolutivo necessario per lo sviluppo del nostro cervello ipertrofico e per tutti gli usi che ne abbiamo fatto, siano essi la ‹Gioconda› di Leonardo o la distruzione delle Torri Gemelle, sarebbero l’esito imprevedibile di una puntiforme mutazione genetica locale che ha innescato un processo senza precedenti in natura.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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