Le nozioni monolitiche di “uomo primitivo” e di “ambiente ancestrale” si sbriciolano: non vi è traccia né di una specie unica né di un ambiente ancestrale omogeneo. Lo scenario è piuttosto quello di un mosaico intricato e complesso di specie in trasformazione e di nicchie ambientali instabili. Alla luce di questa ricostruzione aggiornata, la savana per come la conosciamo oggi è stato il nostro ambiente elettivo solo in tempi recenti (dopo una lunga e felice convivenza con uno stile di vita misto) e solo per il poco tempo necessario a colonizzare il Vecchio Mondo. Siamo stati quasi sempre una famiglia di specie poliedriche, duttili e abituate a una molteplicità di nicchie ecologiche. È molto difficile presumere, come spesso si è fatto, che il retaggio di un ambiente originario africano condizioni ancora i nostri comportamenti attuali, allungando la sua ombra su di noi. Il nostro segreto, al contrario, è stata la plasticità comportamentale.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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