Quali conseguenze abbia avuto questa evoluzione cerebrale incipiente sulla vita materiale e cognitiva dei primi rappresentanti del nostro genere è difficile da valutare. È un compito arduo scovare nei siti archeologici gli effetti immediati della “danza del cervello”. Essa ha coinvolto senz’altro le aree del cervello che sovrintendono ai compiti di pianificazione e di previsione, alla creazione di modelli interni della realtà, al linguaggio e al pensiero speculativo. Le strategie di ricerca del cibo si sono senz’altro diversificate, spostando sempre più gli ominini verso l’esplorazione degli spazi aperti di savana in cerca di carcasse per integrare la dieta di frutti e di vegetali. Questo cambiamento deve avere probabilmente acuito le capacità di osservazione, di padronanza dello spazio, di associazione mentale, di coordinamento sociale e di interpretazione degli “indizi” lasciati da prede e predatori.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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