Molti paleoantropologi si dichiararono però fin da subito in disaccordo, per varie ragioni. Il modello si basava infatti su un’assunzione evoluzionistica controversa, e cioè che la distinzione fra linee di discendenza (indicante ciascuna una specie) debba implicare, in ognuna di esse, una forte riduzione della variabilità morfologica. Non è sempre così: dipende dagli adattamenti alle differenti nicchie ecologiche. Gli esemplari di Dmanisi potrebbero appartenere a una specie distinta e autoctona, e pur tuttavia essere molto variabili morfologicamente. Oppure potrebbero essere di specie differenti, vissute nello stesso sito, su un arco di tempo di più di 100.000 anni. Ci sono poi alcuni problemi tecnici nella scelta dei tratti da considerare e nelle statistiche di assemblaggio e di comparazione dei reperti. Con il metodo adottato nell’articolo — ha notato Bernard Wood — anche un Neanderthal finirebbe nella stessa specie, il che è assurdo.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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