Intorno a 2,5-2 milioni di anni fa, dunque, l’Africa orientale e meridionale pullulava di forme ominine che convivevano su territori limitrofi. Erano già passati più di 3 milioni di anni dall’inizio della nostra storia e il solco evolutivo fra le specie ominine e le scimmie antropomorfe si era ulteriormente approfondito. La loro anatomia e i loro sistemi fisiologici si erano ormai differenziati in modo sostanziale. Ma cosa possiamo dire della loro intelligenza? Gli ominini che si contendevano le risorse nell’Africa di allora erano in qualche modo più intelligenti dei loro antenati scimmieschi?
Abbiamo messo in discussione le ricostruzioni progressioniste dell’evoluzione umana fino alla comparsa del genere ‹Homo›, ma forse la nascita della prima specie costruttrice di strumenti in modo sistematico innesca davvero un processo di avanzamento irreversibile verso l’intelligenza umana, un’ascesa verso la perfezione della nostra condizione, come pensava Louis Leakey. La metafora del progresso funziona almeno da ‹Homo› in poi? A parte il fatto che la tecnologia di ‹habilis› fu probabilmente preceduta da molti tentativi ed errori in altre specie, a ben guardare la storia mostra di essere assai più intricata. Se da un lato è plausibile che la transizione cognitiva introdotta da ‹Homo habilis› lo allontani decisamente dalle altre scimmie antropomorfe, è pur vero, dall’altro lato, che l’organizzazione sociale degli ‹habilis› è stata sopravvalutata nelle prime ricostruzioni archeologiche.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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