Il fuoco, dono prometeico di incalcolabile virtù e superbia, mai pensato da nessuno scimpanzé e da nessuna australopitecina, ora invece racchiuso in un accogliente focolare di pietre, comparve improvvisamente nella storia dell’umanità: forse scoperto, forse inventato, forse soltanto donato per caso alla nostra genia, forse addomesticato dopo infiniti fallimenti. Fu così che il buio della notte si inchinò di fronte alla più rivoluzionaria delle innovazioni tecnologiche umane. Da allora i nostri antenati ebbero meno paura degli agguati notturni, scacciarono gli incubi e si unirono attorno alla nuova divinità domestica. Impararono a cucinare la carne, a scaldare i cibi. Allontanarono i predatori, illuminarono le grotte, diedero un centro di gravità al loro universo sociale. Le stringenti pressioni selettive, che li avevano fino ad allora schiacciati, cominciarono ad allentare la presa.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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