Da allora saranno assieme fino alla morte Martin e la «cara piccola anima mia» come cominciano quasi tutte le lettere. In italiano anima non ha diminutivi — non animina, non animetta, non animuccia e men che mai animella; l’animula [sic!] dell’imperatore Adriano non è passata nel volgare. Ma in tedesco sì, seele [sic!] [=Seele] ha un diminutivo, seelchen [sic!] [=Seelchen] ed è quel che si ha di più interno, quello a cui si ritorna sempre la Heimat, il suolo dove affondano le radici, dove ci si appoggia ed acquieta, il sacro e l’essenziale — sentimento molto germanico. Martin pensa sul serio che Elfride sia l’indistruttibile fondamento interiore sul quale può poggiare il suo pensiero che è la sola cosa che importa, la sua missione al mondo. Lo ha deciso così fermamente che quando accade che Elfride gli confessi, dicendosi «lacerata», che ha una relazione con un medico amico di tutti e due e del quale è incinta, Martin la sbriga subito con un «naturalmente avevo capito, mi sorprendeva che tu non me lo dicessi ma non sentirti lacerata, lui non vale niente, non farti pensieri, non perdiamo tempo a parlarne». E quando lei partorisce nel 1920 il figlio dell’altro, le augura di ristabilirsi presto, chiede come è il piccoletto e lo considererà sempre come l’altro suo figlio. La paternità biologica non gli interessa (e non [sic!] torto) perché è nato dentro di lei cui è legato e che gli è legata molto oltre contingenze del genere. Sarà Elfride a dire a Hermann in un compleanno di adolescente che Martin non è il suo padre naturale, imponendogli di tacerne con tutti, cosa che egli farà fino alla morte dei genitori. È lui oggi che cura le opere di Heiddegger.
_____________◊ authp_R_o_s_s_a_n_a_R_o_s_s_a_n_d_a
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_R_R_o_s_s_a_n_d_a
◊ authp_R_o_s_s_a_n_d_a
◊ press_art, presshdr_M_a_n_i_f_e_s_t_o
◊ web_art, webhdr_s_i_n_i_s_t_r_a_i_n_r_e_t_e
◊ yauth_2_0_0_8, yedit_2_0_0_8
◊ lantxt_it, hdr_v3
◊ orig_error (3 o più)!
• keywords_da_inserire
_____
¯¯¯¯¯
Nessun commento:
Posta un commento