Gli dei cominciarono a provare invidia per noi nel cuore di una languida notte tropicale, da qualche parte intorno a un milione e mezzo di anni fa, quando l’ombra di Prometeo si allungò sull’umanità ai suoi albori. Sotto il cielo terso degli altipiani le prime timide scintille illuminarono i volti stupefatti dei cuccioli di uomo. Il mostro che da millenni divorava la prateria, che metteva in fuga i più temibili predatori, che scacciava le mandrie, che soffocava la foresta, che lambiva paurosamente le grotte, che inghiottiva all’improvviso alberi e animali, che popolava le notti insonni dei primi ominini, quel mostro incandescente che sembrava sgorgare dai fulmini per sprigionare tutta la sua rabbiosa potenza sulla Terra era lì adesso, soggiogato, ubbidiente, nelle mani del suo incantatore.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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