Repubblica (7/1/2013) • “Perchè non possiamo…” (5)

  •  S i c a  (2 0 1 3)  •  “… n o n  d i r c i  f r e u d i a n i”  •

Non procede per semplificazioni quest’analista di origini greche, che rifiuta di schierarsi nella contrapposizione tra psicoanalisi classica e contemporanea, giudicandola ideologica e di scarsa consistenza culturale. Thanopulos non esita ad ammettere che «il pericolo di un uso esegetico del pensiero di Freud esiste davvero», ma esclude sia questa la tendenza dominante: «Piuttosto il rischio è che prevalga l’idea di considerare l’opera freudiana come un ferro vecchio e inutilizzabile, da archiviare sbrigativamente. Il pensiero di Freud va innanzitutto conosciuto a fondo e poi magari smontato dov’è necessario, anche radicalmente trasformato, ma sapendo che resta ancora vivo in tante sue intuizioni e soprattutto in certe sue impasse e contraddizioni. Ha ragione Ferro quando invita a non arroccarsi sul già noto e a non demonizzare altri modelli, compresi quelli americani, basta però che il rigetto di Freud non somigli a una via di fuga dall’obbligo del rigore a cui gli analisti sono comunque tenuti, qualunque cosa pensino del fondatore della loro disciplina».

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K E Y W O R D S
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