Kanzi ha dunque fallito il test finale: non ha mostrato di comprendere le proprietà dei materiali con cui stava lavorando o i principi mediante i quali tali materiali potevano venire fratturati per produrre risultati paragonabili a quelli che gli sperimentatori gli avevano mostrato. Com’è ovvio, la sua prestazione piuttosto deludente potrebbe essere un riflesso della mancanza di motivazione più che della mancanza di abilità innata. Ma considerando la durata dell’esperimento e il fatto che per un certo periodo le sue prestazioni migliorarono sensibilmente, questa probabilmente non è l’intera storia. Bisogna tuttavia considerare che, come ho già accennato, la scheggiatura della pietra utilizzando entrambe le mani è un’operazione dolorosa per un principiante, ed è scontato che chi la pratica non sia troppo disposto a impiegare la quantità di energia necessaria. Se Kanzi preferì scagliare il nucleo a terra per ottenere il distacco di schegge, non possiamo certo biasimarlo. Per di più, non ci è possibile sapere con certezza a che cosa attribuire le sue carenze nella costruzione di strumenti litici. Dobbiamo cercare la risposta nelle sue capacità cognitive, nella sua coordinazione neuromuscolare, o in entrambe? Inoltre non sappiamo se, per quanto concerne queste particolari capacità, Kanzi sia un bonobo tipico. Forse è semplicemente negato per questo tipo di lavoro, quali che siano le altre sue abilità. Con il progredire della sperimentazione su di lui e su altre antropomorfe sarà possibile trovare le risposte ad alcuni di questi interrogativi.
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K E Y W O R D S
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[] I. T a t t e r s a l l, ‹I l c a m m i n o d e l l’ u o m o›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 1.
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