Una ragazza del gruppo di compagni finalmente prende la parola in proprio per esprimere un’accorata protesta. Il lavoro l’ha portata via, a Milano, e non può più farsele suonare dal nostro Beethoven. «Questo — dice la poveretta fortunata — mi fa molto arrabbiare, poi mi sono resa conto che è orrendo che io mi arrabbi per queste cose».
Anche la Monaca di Monza lo penserebbe, che è effettivamente un po’ orrendo, ma ‹Padre parliamone› esplode: «No, no. È molto umano (semmai ci fossero stati dubbi), e significa che è una cosa importante, ed io lo so che è una cosa importante, e proprio per il fatto che tu te ne devi tornare a Milano».
La scena deve essere stata straziante; per fortuna lapidaria arriva la sentenza: «È la delusione del desiderio». Chiarito così ogni possibile equivoco, arriva l’‹happy end›: «Però essendo una situazione comprensibile, non ti devi arrabbiare perché se ti arrabbi ti distruggi».
Mussolini diceva: «Non ammalarti». Con un colpo magistrale, pur nel pieno d’una mischia-intervista, il nostro è riuscito con il mignolo del piede sinistro a dare un colpettino salvando un’altra anima. Neppure Superman arriva a tanto.
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K E Y W O R D S
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