Rimaneva tuttavia inevasa un’importante questione, relativa ai tempi di tali speciazioni. Abbiamo visto che una strategia di sottovalutazione dei dati paleontologici, attestanti la presenza di frequenti episodi di brusco cambiamento negli alberi evolutivi, era stata quella di ipotizzare che in alcune occasioni l’evoluzione di una specie, sotto l’effetto della selezione naturale, potesse subire delle accelerazioni di ritmo. Il meccanismo dell’evoluzione rimaneva sempre lo stesso, cambiava soltanto la velocità relativa.
La teoria della speciazione allopatrica introdusse rispetto a questa strategia un elemento nuovo: un evento geografico isolava una piccola porzione della popolazione e portava alla nascita di una nuova specie. Questo processo poteva realizzarsi in tempi molto brevi. Non si trattava più di un’accelerazione della velocità all’interno di un processo selettivo, ma di una divergenza repentina introdotta da un fattore esterno.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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