Homo sapiens… • 3.4. I robusti: un quarto genere… (3-4)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  3.4.  … u n  q u a r t o  g e n e r e  d i  o m i n i n i  •

Le caratteristiche robuste di questi nuovi reperti apparvero così accentuate da rendere molto debole l’ipotesi di una variazione sessuale all’interno della stessa popolazione: i confini di una singola specie non potevano contenere una tale gamma di differenze morfologiche. Ad alcune migliaia di chilometri di distanza, già negli anni Quaranta i siti sudafricani dove sono stati studiati i reperti di ‹Australopithecus africanus› avevano restituito anche i resti di un’altra forma ominina con forti caratteristiche di robustezza e con la faccia larga. Robert Broom li aveva inscritti nella specie dei “quasi-uomini robusti”, cioè ‹Paranthropus robustus›, una dizione che accomunerà tutti i ritrovamenti successivi fino a oggi.

Le somiglianze fra queste forme robuste di ominini, rinvenute in siti molto distanti gli uni dagli altri (dall’Etiopia al Kenya, al Sudafrica), sono marcate: la dentatura, con grossi e larghi molari, ha le caratteristiche di specializzazione tipiche di una dieta esclusivamente vegetariana; le ossa sono più spesse e pesanti; il volume cranico è ridotto; l’andatura è bipede o mista. Il volto concavo e prognato doveva apparire assai simile a quello degli attuali gorilla, con una mascella poderosa per frantumare semi e radici, nonché una muscolatura massiccia su tutto il corpo.

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K E Y W O R D S
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[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
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