Dopo il ‹Sahelanthropus› troviamo i cinque individui appartenenti alla forma ‹Orrorin tugenensis›, l’ominino dell’Africa orientale vecchio di 6 milioni di anni scoperto nel 2001. Nello stesso anno l’equipe di Tim White dissotterrava i resti della sottospecie più antica di ‹Ardipithecus ramidus›, datata fra i 5 milioni e 200.000 e i 5 milioni e 800.000 anni. A parte questi tre eccezionali ritrovamenti, i paleoantropologi sono arrivati a una discreta conoscenza della famiglia ominina fino e non oltre i 4 milioni di anni e il tipo di storia che i fossili hanno raccontato assomiglia poco a una favola di inevitabile progresso lineare.
È evidente infatti che l’abitudine alla separazione e alla convivenza stabile è radicata nella nostra evoluzione fin dai primi tempi. ‹Ardipithecus ramidus› e ‹Australopithecus anamensis› sono due forme coeve e distinte, che si dividono il territorio per almeno un milione di anni in Africa orientale. Dalla seconda sembra aver avuto origine il ceppo assai stabile di ‹Australopithecus afarensis› le cui datazioni conosciute vanno dai 3 milioni e 900.000 ai 3 milioni e 200.000 anni: una proprietà interessante di questa specie diffusa in tutta l’Africa orientale (Laetoli dista 1500 chilometri da Hadar) è che le caratteristiche degli esemplari più antichi sono pressoché identiche a quelle degli esemplari che precedono l’estinzione.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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