Homo sapiens… • 2.8. L’invenzione dell’ombra (5)

▢  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  2.8.  L’ i n v e n z i o n e  d e l l’ o m b r a  •

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Con questo “ritrovato” evoluzionistico inedito, gli ominini poterono colonizzare gli spazi aperti e la savana. Un problema di dispersione del calore provocò dunque una ristrutturazione complessiva del loro piano organico. Ma pare che non fossero così impazienti di farlo, se è vero che per molto tempo rimasero ai margini della foresta per proteggersi (la savana è un ambiente decisamente stressante…). Certo, la scoperta del bipedismo diede loro un’intera cascata di ricadute adattative straordinarie, dalla locomozione alla liberazione degli arti superiori. Ma si tratta di effetti collaterali. Usando la nuova terminologia proposta da Gould e Vrba possiamo affermare che il bipedismo è nato come ‹exaptation› rispetto alla vita nella savana. Si affermò originariamente per funzioni termoregolative in un habitat misto e fu riutilizzato opportunisticamente per una serie di altri adattamenti secondari che permisero agli ominini di sopravvivere negli spazi aperti e di sfruttarne le risorse. La dispersione del calore corporeo potrebbe essere stato l’adattamento primario acquisito dalla prima scimmia bipede, mentre tutti gli altri vantaggi, comprese le modificazioni della fisiologia femminile e le ipotetiche trasformazioni sociali che ne sono conseguite, sarebbero il frutto dei suoi potenti ‹exaptation›.

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K E Y W O R D S
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[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
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