Ciò che maggiormente lasciava perplessi i naturalisti era la difficoltà di spiegare, attraverso la griglia interpretativa del gradualismo filetico, i frequenti episodi di cambiamento rapido presenti nella documentazione fossile. Già nel 1942, quindi ancora agli albori della Sintesi Moderna, Mayr ipotizzò che all’origine della separazione fra le specie vi fossero cause non soltanto genetiche, ma anche ambientali e geografiche: in particolare, focalizzò l’attenzione sui processi di isolamento geografico delle popolazioni (intuiti inizialmente da Darwin ma poi accantonati), a suo avviso determinanti nel produrre i cambiamenti necessari alla nascita di nuove specie. Se per i genetisti di popolazione l’evoluzione corrispondeva alla trasmissione del cambiamento “in verticale”, dal livello microevolutivo a quello macroevolutivo in ogni linea di discendenza, per i naturalisti l’evoluzione era influenzata anche da spostamenti “in orizzontale”, cioè eventi di natura geografica che portavano alla separazione rapida fra specie.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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