«Si potrebbe dire — scriveva Gramsci nei “Quaderni del carcere” — che l’inconscio comincia solo dopo tante decine di migliaia di lire di rendita». Insomma, per Gramsci l’inconscio ce l’avevano i ricchi, i poveri no. Problemi di lusso, quindi, i problemi dell’inconscio, e già Lenin del resto nelle sue conversazioni con Clara Zetkin (1921), s’era riferito alla psicanalisi come a qualcosa che «fiorisce con esuberanza sul terriccio della società borghese».
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