Per capire, serve intanto sapere chi è Massimo Fagioli. Buon rieducatore o guru?
Professionalmente ha tutte le carte in regola. Medico psichiatra, prime esperienze «manicomiali» a Venezia e quindi a Padova, primi tentativi (metà degli anni Sessanta) di gestione diversa del manicomio, poi trasferimento in Svizzera, nella clinica dell’antropsichiatra Ludwig Binswanger, dove vive per un anno in una comunità terapeutica (malati di mente, medici, infermieri).
Tornato in Italia costituisce egli stesso una comunità di questo tipo, ed incomincia a fare ‹analisi› didattica con il freudiano Nicola Perrotti. Ammesso nella Società Psicoanalitica Italiana (Spi), esercita la professione privata, e comincia ad elaborare le teorie oggi contenute nei suoi testi, attraverso le quali si pone come «eretico» rispetto a tutt’intera la tradizione e la prassi psicoanalitica (con l’esclusione parziale di Wilhelm Reich, come dell’unico che abbia tentato la saldatura tra psicoanalisi e politica).
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