• Ma perché, nascendo, si dovrebbe avere voglia di tornare indietro? Perché dare per scontata questa situazione di «pessimismo esistenziale»?
È una questione di pura e semplice sopravvivenza. Il contatto con la realtà esterna, la realtà inanimata (luce, freddo, ecc.) è ostile al bambino, che finallora se n’è rimasto immerso beatamente nel liquido amniotico….
Il contatto sessuale, stabilito attraverso la cute, con il corpo della madre, produce nel bambino, appena nato, il ricordo di ciò che io chiamo ‹inconscio mare calmo›. Il meccanismo della nascita è il seguente: il bambino nasce e in lui opera immediatamente l’istinto di morte, come pulsione a ritornare nel ventre della madre: per sopravvivere, egli ha bisogno di annullare la realtà esterna, ostile, che lo circonda (‹fantasia di sparizione›); però, nello stesso momento, si forma in lui il ricordo dell’‹inconscio mare calmo›, e il bambino, esprimendo la propria libido, cerca un ‹investimento sessuale› nel rapporto umano: cerca la madre, il seno materno.
Se questo primo rapporto fallisce, fallisce anche l’‹uomo come essere sociale› (secondo la definizione di Marx). Quindi depressione, schizofrenia, ecc.
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