Il non detto è l’accusa rabbiosa del figlio alla madre “Tu mi hai gettato a questo mondo, ti sei liberata di me come ti liberi dai pesi superflui, non mi hai tenuto a sufficienza dentro la pancia”. Come una domanda impossibile di una gravidanza eterna che renderebbe immuni da ogni rabbia. “Hai fatto di me uno stronzo, gettato a Roma da contadino che ero, e io ti getto come una stronza, come un peso superfluo”.
È il canto tragico e rabbioso iniziale, mentre noi spettatori guardiamo la foto che ci si presenta davanti agli occhi e non riusciamo a distinguere le parole del canto.
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K E Y W O R D S
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[] M. B e l l o c c h i o, ‹S a l t o n e l v u o t o›, U n i v. e c o n. F e l t r i n e l l i, 1 9 8 0.
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