Secondo Gajeri, cit., pp. 56-57, in Toland il caso Ipazia è esaminato «alla luce dell’antagonismo dei sessi» e nella sua opera deve individuarsi un’originale presa di posizione contro la discriminazione femminile e dunque la prima lettura «femminista» del caso Ipazia: a differenza dei «catalogatori» di ‹philosophae mulieres›, l’obiettivo di Toland sarebbe «quello di celebrare in Ipazia il traguardo cui ogni donna può arrivare qualora non le sia preclusa l’istruzione», cosicché «il “volgare pregiudizio” che discrimina le donne sul piano della cultura ripete il gesto delle “mani barbare” che non hanno avuto ammirazione per la “sapienza” di Ipazia». Questi elementi sono senz’altro presenti, e rientrano d’altronde nel paradigma del «libero pensiero» di Toland, ma non vanno anteposti, a nostro avviso, alla più immediata e scottante valenza politica del suo testo.
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