Le ‹Rêveries d’un païen mystique› di Louis Ménard, apparse a Parigi nel 1877, avevano avuto un grande influsso sui suoi contemporanei. Il pensiero greco orientalizzato di Plotino, «volto alla sapienza dei persiani e degli indiani», e dei suoi seguaci incontrava le curiosità filosofiche, religiose, mistiche ed esoteriche che il giovane Barrès condivideva all’epoca con gli amici Charles Vignier, Jean Moréas, Laurent Tailhade e soprattutto Stanislas de Guaita; curiosità nutrite, oltre che dal testo di Ménard, da appassionate letture di libri eruditi sul tardo paganesimo alessandrino, per i quali cfr. I.-M. Frandon, ‹L’Orient de Maurice Barrès›, Genève-Lille 1952, p. 47.
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