C’era una donna quindici secoli fa ad Alessandria d’Egitto, il cui nome era Ipazia. Quel nome, nella lingua greca, usata al tempo laggiù, evocava un’idea di «eminenza», «acutezza», «suprema altezza». Glielo aveva dato suo padre, un celebre sapiente, che progettava per lei una carriera di studiosa. Nessuno poteva immaginare che il destino, o il caso, che è re del mondo, avrebbero fatto di Ipazia una martire del pensiero. Che quella discendente di pacati professori nella civile Alessandria avrebbe avuto una morte violenta. Che sarebbe stata vittima di un assassinio atroce, tra i più deplorati nella storia della cultura.
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DOCUMENTAZIONE RAGIONATA
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⬚ Sul significato etimologico del nome di Ipazia (‹Hypatia›) vd. 𝑖𝑛𝑓𝑟𝑎, parte II…
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[] S. R o n c h e y, ‹I p a z i a. L a v e r a s t o r i a› (2 0 1 0), B U R, 2 0 1 1.
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