Il celebre geologo e naturalista Von Buch, nella sua eccellente ‹Description physique des Iles Canaries› (1836), esprime chiaramente l’opinione che le varietà si modifichino lentamente e diventino specie permanenti, incapaci d’incrociarsi.
Rafinesque, nel suo libro ‹New Flora of North America›, pubblicato nel 1836, si esprimeva nel modo seguente: «Tutte le specie hanno potuto essere in passato delle varietà, e molte varietà diventano gradualmente specie, acquistando caratteri permanenti e caratteristici»; ma aggiungeva più avanti: «ad eccezione dei tipi originari, o antenati del genere».
Nel 1843-44 il professor Haldeman, nel «Boston Journal of Natural History of United States», fece un’ottima esposizione degli argomenti pro e contro l’ipotesi dello sviluppo e della modificazione delle specie, dimostrando una certa propensione a favore di essa.
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[] C h. D a r w i n, ‹L’ o r i g i n e d e l l e s p e c i e›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 5.
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