Ma la vera e propria identificazione di santa Caterina d’Alessandria con Ipazia, o meglio l’ipotesi che la storia della martire cristiana sia fin dall’inizio una trasposizione del martirio pagano, risale all’Ottocento vittoriano e si deve all’avventuroso intuito di Anna Jameson, scrittrice irlandese, storica protofemminista e pioniera dei ‹female studies›, che per incoraggiamento di Charles Eastlake, lo scopritore della ‹Flagellazione› di Piero della Francesca, si era messa a fare le bucce all’antica arte sacra. Nel suo ‹Sacred and Legendary Art› fu esplicita:
C’è un fatto curioso legato alla storia di santa Caterina: che la vera martire, la sola di cui esistano dati certi, non era una cristiana, ma una pagana; e che i suoi oppressori non erano pagani tirannici ma cristiani fanatici. Ipazia di Alessandria, figlia di Teone, un celebre matematico, si era applicata fin da bambina allo studio della filosofia e della scienza, e con tanto successo che, ancora ragazza, le autorità cittadine le offrirono la cattedra di una delle più importanti scuole di Alessandria. Come santa Caterina era particolarmente affezionata allo studio di Platone, che preferiva ad Aristotele. Era anche una profonda conoscitrice delle opere di Euclide e di Apollonio di Pergamo, e aveva scritto un trattato sulle sezioni coniche e altri libri scientifici. Era notevole, inoltre, per la sua bellezza, il suo disprezzo delle vanità femminili e l’irreprensibile purezza della sua condotta. Poiché, tuttavia, rifiutava risolutamente di proclamarsi cristiana, ed era molto amica di Oreste, il governatore pagano [𝑠𝑖𝑐] di Alessandria, entrò nel mirino della plebe cristiana. Un giorno, mentre stava andando a fare lezione nella sua scuola, un manipolo di quei fanatici sciagurati la tirò giù dalla carrozza, la trascinò in una chiesa vicina e lì la assassinò con rivoltante barbarie.
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DOCUMENTAZIONE RAGIONATA
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⬚ Il ‹Sacred and Legendary Art› (I-II London, Longmans, 1874) di Anna Jameson, che per la prima volta, seguendo la strada additata da Charles Eastlake, incrociava i dati degli ‹Acta Sanctorum› e dei repertori agiografici come la ‹Legenda Aurea› all’interpretazione dell’arte cristiana, rimase incompiuto…
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[] S. R o n c h e y, ‹I p a z i a. L a v e r a s t o r i a› (2 0 1 0), B U R, 2 0 1 1.
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