All’epoca Anne Dacier, figlia del potente quanto dotto classicista Tanneguy Le Fèvre, non aveva ancora pubblicato la sua traduzione dell’‹Iliade› né il suo ‹Traité de la corruption du goût› contro Houdart de La Motte, e dal calvinismo si era appena convertita al cattolicesimo, in quei tempi di persecuzione antiugonotta, anche se prima della revoca dell’editto di Nantes. La lotta intorno all’ultima grande eresia del mondo moderno, in cui Anne Dacier è coinvolta in prima persona, ci riporta, e probabilmente riporta Ménage e gli altri suoi ammiratori e interlocutori, a quella consumata nell’Alessandria di molti secoli prima.
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[] S. R o n c h e y, ‹I p a z i a. L a v e r a s t o r i a› (2 0 1 0), B U R, 2 0 1 1.
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