Repubblica (16/11/2013) • Simone Weil… (11-12)

  •  V a n n i n i   (2 0 1 3)  •  … M i s t i c a  o  e r e t i c a ?  L’ u l t i m o  p r o c e s s o  •

Questo il senso misterioso della frase: Dio esiste». Il pensiero del male, ovvero il nonpensiero, nasce sempre dall’attaccamento, dal desiderio, che «non è altro se non l’insufficienza nel sentimento della realtà. Dal momento in cui si sa che qualcosa è reale, non ci si può più attaccare ad esso», ed è allora, con la fine dell’attaccamento, che finisce anche il pensiero del male e si ottiene davvero la libertà.

Simone contesta infatti la comune illusione della libertà, del libero arbitrio, giacché l’universo è tutto quanto sottomesso alla necessità, e l’uomo non fa eccezione, per cui «l’illusione dell’orgoglio, le sfide, le rivolte, tutto ciò non sono che fenomeni rigorosamente determinati quanto la rifrazione della luce». La ‹Bhagavad Gita› recita: «Colui che pensa: Sono io che agisco, costui ha la mente fuorviata dal senso dell’ego», e Simone conferma: «Dire “io sono libero” è una contraddizione, perché a dire “io” è proprio ciò che non è libero in me». Ciò che è libero è infatti ciò che non è più lo “io” e il “mio”, ma Dio stesso, fondo e sostanza dell’anima.

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K E Y W O R D S
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• _Simone

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