Repubblica (16/11/2013) • Simone Weil… (3-4)

  •  V a n n i n i   (2 0 1 3)  •  … M i s t i c a  o  e r e t i c a ?  L’ u l t i m o  p r o c e s s o  •

Il punto di partenza sta comunque nel fatto che per la Weil la fede non è quel lume (‹lumen fidei›) che illumina qualcos’altro, che sarebbe poi la verità, ma è la luce (‹lux, non lumen›) stessa, giacché, in quanto movimento di tutta l’intelligenza verso l’assoluto, essa non comunica saperi, peraltro illusori, ma è essa stessa un sapere — sapere non di altro, ma conoscenza dello spirito nello spirito.

Il contenuto della fede è il suo stesso atto, che è essenzialmente distacco, negazione: fare il vuoto di ogni preteso sapere, rifiutare il consenso a ciò che assoluto non è. La fede non è una credenza: l’atto di fede come credenza è un atto di menzogna, di invenzione, frutto di quella immaginazione che ha il fine di «colmare i vuoti, dai quali potrebbe giungere la grazia», ovvero difendere l’egoismo, l’amore di se stessi.

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K E Y W O R D S
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