Le ricerche condotte a Olduvai negli anni Ottanta fruttarono uno scheletro incompleto ma spettacolarmente arcaico approssimativamente della stessa età dell’olotipo di ‹H. habilis›. Inevitabilmente, è in corso una accesa disputa sul numero di specie rappresentate nelle raccolte fossili tanzaniane e keniane (che comprendono anche ominidi «robusti»), su quali reperti dovrebbero essere ascritti a una certa specie e quali a un’altra, e infine sulla denominazione delle specie. Questa disputa è ben lontana dall’essere risolta, ma è perlomeno possibile avanzare l’ipotesi che in entrambe le regioni, e in questo arco di tempo, fossero esistite due specie: una forma arcaica confrontabile, seppure a grandi linee, con ‹A. africanus›; e una seconda, ‹Homo habilis› (compreso 1470), dal cervello più voluminoso e proporzioni del corpo un po’ più simili alle nostre. Se è così, sembra ragionevole concludere — sebbene sia impossibile provarlo — che ‹Homo habilis› fu l’artefice degli strumenti in entrambe le regioni. Una mandibola trovata a Chiwondo, nel Malawi, potrebbe anticipare la comparsa di ‹Homo habilis› ampiamente definito a circa 2,4 myr or sono — la stessa epoca, è interessante osservarlo, in cui comparvero i primi strumenti litici — anche per altri siti del Kenya e dell’Etiopia che, sfortunatamente, non hanno restituito fossili della stessa antichità.
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K E Y W O R D S
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