Ma il punto di forza di ‹A. afarensis› è lo scheletro postcraniale. La prima scoperta compiuta nella formazione dell’Hadar fu un’articolazione del ginocchio che mostrava le caratteristiche tipiche di un bipede a postura eretta, e lo scheletro di Lucy lo ha confermato ampiamente. Le opinioni iniziali sull’eccellenza del suo adattamento a una deambulazione eretta molto simile alla nostra sono state contestate, ma gli adattamenti fondamentali esistevano sia nella pelvi sia nelle ossa dell’arto inferiore, oltre che negli aspetti della parte superiore del corpo correlati alla postura (compresa, in altri fossili, la posizione più avanzata del foro occipitale). È naturale che il bipedismo di un ominide così arcaico non potesse riflettere alla perfezione il nostro, ma sembra che Lucy e i suoi conspecifici avessero arto superiore relativamente lungo e arto inferiore relativamente corto, omero e femore piuttosto corti, ossa della mano lunghe e ricurve, piede adatto a esercitare una forte prensione, spalle strette: tutte vestigia di un passato arboricolo. Questi caratteri primitivi avrebbero compromesso l’efficienza della locomozione bipede, ed è stata avanzata l’ipotesi che ‹A. afarensis›, con i suoi piedi lunghi, non fosse gran che come corridore. Comunque la conclusione che questa specie fosse bipede e si spostasse al suolo è sostenuta dalle orme di Laetoli, che hanno fornito un’impressionante dimostrazione diretta di questo tipo di locomozione.
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K E Y W O R D S
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[] I. T a t t e r s a l l, ‹I l c a m m i n o d e l l’ u o m o›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 1.
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