Il nocciolo dell’evoluzione biologica come spiegazione del modello di forme di vita «a scatola cinese» sta nel fatto che questo modello proviene dal concetto di «discendenza con modificazioni» (per usare la concisa espressione dello stesso Darwin). Le specie danno origine ad altre specie che non sono perfettamente identiche ai loro progenitori. Nel ricercare una spiegazione del modo in cui queste modificazioni possano prodursi, sia Darwin sia Wallace furono fortemente influenzati da Thomas Malthus, che nel polemico ‹Saggio sul principio di popolazione›, pubblicato nel 1798, aveva sottolineato come le popolazioni umane abbiano un’innata tendenza a incrementarsi. A parità di condizioni, ragionava Malthus, una popolazione umana tende a raddoppiare in circa venticinque anni. Tuttavia (almeno ai suoi tempi e nel suo paese) questo non avveniva, perché la crescita era frenata dalla scarsità di risorse causata da carestie, malattie, guerre e altre calamità sociali. I deboli e gli imprevidenti soccombevano, mentre i più forti e avveduti sopravvivevano. Darwin e Wallace si resero conto che questo scenario si applica con uguale forza a tutto il vivente: in ogni popolazione naturale nascono molti più individui di quanti ne potranno mai sopravvivere fino all’età riproduttiva. Wallace, pur basandosi sulle ipotesi più caute, calcolò che una singola coppia di uccelli può potenzialmente avere dieci milioni di discendenti in una quindicina d’anni. Ma il mondo non è completamente invaso dagli uccelli, ed è evidente che qualcosa ne controlla il numero. Fu a questo qualcosa che Darwin diede il nome di «selezione naturale».
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K E Y W O R D S
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• _naturale
• _selezione
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[] I. T a t t e r s a l l, ‹I l c a m m i n o d e l l’ u o m o›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 1.
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