Di più. Se in Freud, nonostante la contraddittorietà che abbiamo sottolineato, c’è pur sempre la possibilità di riconoscere la priorità del metodo interpretativo su tutto il resto, Fagioli segue senza incertezze la costruzione della sua visione del mondo, rispetto a cui l’interpretazione diviene chiaramente momento secondario; anzi da essa viene dedotta per parlarci della sua verità. Il momento interpretativo torna non solo ad essere ermeneutica, disvelamento, ma, più in là, riscoperta del Vero, riconduzione ad esso. È quel che accade ai suoi seminari, dove Fagioli, coerentemente, interpreta sogni e fantasie «a libro aperto»; o meglio, dove il testo che restituisce il senso in quanto sigillo del vero è letteralmente ciò che lui ha scritto relativamente a ciò che l’uomo è o non è. Qui interpretare fuori delle peculiarità psicoanalitiche (ma non fuori del tutto dalla tradizione psicoanalitica) è innanzitutto riconferma del contenuto di verità degli a priori che consentono l’interpretazione medesima, il luogo dove il Vero si dimostra e si autoimpone. Ecco che la «guarigione» riacquista, senza averle mai perse, suggestioni potenti, rimandandoci all’idea possibile di un percorso ascendente il cui approdo si identifica con un risarcimento pieno e definitivo che fa il paio con le fantasie onnipotenti di chi lo reclama; l’utopia si perverte nella realizzazione verbalistica di sé ed il processo terapeutico inclina verso le cadenze di una catechesi imperiosa. Lui, Fagioli, ne è il tramite, il sacerdote. Classicamente si pone subalterno (sub-jectum), a ciò che domina la scena: l’impersonalità delle categorie; Negazione, Inconscio mare calmo, Fantasia di sparizione. Le categorie della sua metapsicologia gli stanno al di sopra: res divinae atque naturales, ed egli — secondo abitudini freudiane — conquista progressivamente per sé il ruolo di gran funzionario delle medesime. La stessa insistenza proposta soprattutto nei seminari sulla necessità di lavorare, l’enfasi sulla fatica e l’impegno lungo e difficile, che vorrebbero porre l’accento sulle trappole dell’immediatezza, a partire dal fatto che l’antropologia domina il campo e fissa anche i termini del processo, finisce, oltre a valorizzare enormemente il carisma di Fagioli e a creare un clima severo ed espiativo, col rafforzare i più nella fiducia della conquista della meta.
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K E Y W O R D S
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