[⇐] Analogamente, in ogni capitolo poche e chiare spiegazioni servono a illustrare dal punto di vista fisico e ingegneristico i diversi argomenti trattati. Così, per descrivere il movimento dei bipedi è sufficiente un semplice modellino meccanico (un pendolo capovolto sorretto da un’asta rigida connessa nel punto di cerniera a un gruppo-ruote mobile e una regola di retroazione per mantenere il pendolo verticale; ne servono due coppie per i quadrupedi). La fisica del volo è faccenda assai complessa e richiede equazioni molto difficili da spiegare, e tanto più da risolvere. Ma non serve una laurea in ingegneria aereonautica per seguire la trattazione del volo degli uccelli presentata in queste pagine, e capire per esempio come possa un albatros veleggiare per migliaia di chilometri sulle distese degli oceani sfruttando il vento in modo da volare senza alcun dispendio meccanico e poca energia fisiologica. Così come un breve ripasso di ottica è sufficiente per introdurre il funzionamento degli occhi. La nostra vista è piuttosto buona in confronto con quella degli altri animali, ma certo non è il meglio: rapaci come il falco pellegrino hanno un’acutezza visiva che è quattro volte la nostra, e scorgono la loro preda a un chilometro e mezzo di distanza! Gli occhi dei vertebrati (compreso l’uomo) «si sono evoluti una sola volta, e quasi certamente in mare», affermano Denny e McFadzean. [⇒]
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K E Y W O R D S
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