PeSU (1979, n. 2) • Le malie della strega (47-48…)

  •  P o g g i a l i  (1 9 7 9)  •  P s i c o t e r a p i a  e  S c i e n z e  U m a n e,  n. 2  •

Per tornare allo scritto di Armando, Marx non dice mai se faccia parte o no della natura umana il ladrocinio. Piuttosto ci dice come si ruba, quali sono i soggetti — attivo e passivo — del furto in un determinato contesto storico, davanti a chi asseriva che non c’era furto, o che da sempre si rubava e che sempre si ruberà.

Al di là del fatto se gli uomini siano o non siano portati a rubare costitutivamente (peraltro non credo che a cuor leggero si possa pensare di dimostrare, testi alla mano, che escluda che lo siano), ci mostra come viene usata, a cosa serve in condizioni storiche determinate l’affermazione che vuole gli uomini ladri. Marx non dice che la natura umana, come tale, è modificabile. Tenta invece di dirci quali siano le funzioni reali e gli esiti concreti del pensare in termini di «natura umana». Marx prima e più che «trarre fuori dalla tana della naturalezza il furto» inscrive nella materialità del processo storico il postulato della naturalità del furto. Colloca in una processualità concreta ‹una› affermazione sulla natura umana, che per ciò stesso, mostra il processo della sua genesi e le sue funzioni.  [⇒]

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K E Y W O R D S
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