Il non uso, talvolta aiutato dalla selezione naturale, avrà spesso ridotto organi diventati inutili a causa di mutate abitudini o condizioni di vita; e su questa base possiamo capire il significato degli organi rudimentali. Ma il non uso e la selezione generalmente agiranno su ciascuna creatura quando essa è giunta a maturità e deve prendere in pieno la sua parte nella lotta per l’esistenza, e pertanto avranno poco potere su un organo nei primi periodi della sua vita; di conseguenza l’organo non sarà ridotto o reso rudimentale in questa prima età. Il vitello, ad esempio, da un primitivo progenitore avente denti ben sviluppati ha ereditato denti che mai forano le gengive della mascella superiore; e possiamo credere che i denti nell’animale adulto fossero in precedenza ridotti per il non uso, a causa del fatto che la lingua e il palato, o le labbra, erano perfettamente adatti per selezione naturale a brucare senza il loro aiuto; mentre nel vitello i denti sono rimasti inalterati e, in base al principio dell’eredità alle età corrispondenti, sono stati trasmessi da un’epoca remota fino ai giorni nostri. Nell’ipotesi che ciascun organismo con tutte le sue parti separate sia stato specificamente creato, com’è del tutto inspiegabile che organi i quali portano il segno evidente dell’inutilità, come i denti del vitello allo stato embrionale, o le ali ripiegate sotto le elitre di molti coleotteri, ricorrano così frequentemente! Possiamo dire che la natura si è sforzata di rivelare per mezzo di organi rudimentali, di strutture embrionali e omologhe, il suo schema di modificazione, ma noi siamo troppo ciechi per comprenderne il significato.
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[] C h. D a r w i n, ‹L’ o r i g i n e d e l l e s p e c i e›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 5.
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