Contro le precedenti vedute sulle origini dell’istinto è stato obiettato che «le variazioni della struttura e dell’istinto devono essere state simultaneamente e rigorosamente adattate le une alle altre, dato che una modificazione dell’una, senza un immediato cambiamento corrispondente dell’altro, sarebbe stata fatale». La forza di questa obiezione riposa interamente sulla supposizione che i cambiamenti nell’istinto e nella struttura siano repentini. Prendiamo come esempio il caso della cinciallegra (‹Parus major›) al quale abbiamo fatto riferimento in un capitolo precedente; questo uccello spesso tiene fra le zampe, su un ramo, i semi del tasso e li martella col becco fino a farne uscire la mandorla. Ora quale particolare difficoltà vi sarebbe nel fatto che la selezione naturale abbia conservato tutte le lievi variazioni individuali nella forma del becco, che sempre meglio si adattava ad aprire i semi, fino a quando si formò un becco così ben conformato per questo scopo come quello del picchio muratore, mentre al tempo stesso l’abitudine, o la costrizione, o il cambiamento spontanei del gusto conducevano l’uccello a diventare sempre più un mangiatore di semi? [⇒]
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[] C h. D a r w i n, ‹L’ o r i g i n e d e l l e s p e c i e›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 5.
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