Proprio dal Sud viene un altro esempio generoso di lotta per la difesa di un bene prezioso, come la biblioteca dell’Istituto di studi filosofici di Napoli. L’avvocato Gerardo Marotta (scomparso il 25 gennaio 2017) ci ha speso la vita e tutti i suoi averi. Per lunghi anni ne è stato mentore garantendo l’accesso pubblico a tutti gli studiosi, ma nel novembre del 2015 ha visto andare all’asta testi antichi che fanno parte del patrimonio librario messo insieme in quarant’anni di ricerche condotte in fondi e archivi di tutto il mondo. E questo per non essere riuscito a pagare l’affitto del locale dove aveva depositato i volumi quando la biblioteca dell’Istituto era stata sfrattata. Tra le 16 opere (in più volumi) finite all’asta ci sono testi di medicina, storia, filosofia, diritto e poesia, editi tra il XVI e il XIX secolo. Comprese due cinquecentine, una ‹Gerusalemme liberata› del 1888 e un testo, edito a Napoli nel 1760, di Antonio Genovesi. Un autore molto caro a Gerardo Marotta perché ebbe la prima cattedra di economia politica in Europa e lottò per ideali di giustizia sociale e laicità. [⇒]
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[] S. M a g g i o r e l l i, ‹A t t a c c o a l l’ a r t e›, L’ A s i n o d’ o r o, 2 0 1 7.
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