Attacco… • 4.5. I regimi temono l’arte e gli artisti… (…2a-3)

  •  M a g g i o r e l l i  (2 0 1 7)  •  4.  … d e l l’ a r t e  c o n t e m p o r a n e a  •

[⇐]   Inoltre, scrive Jean Clair, «fra il 1931 e il 1933 ci fu anche chi aderì spontaneamente al nazismo, come Nolde in pittura, Strauss in musica, Heidegger in filosofia, Mies van der Rohe in architettura ecc.». Il nazismo, prosegue il critico francese, mostra la sua vera natura «fatta della violenza più atroce, sanguinaria e di gusto piccolo borghese imponendo brutta architettura popolare, una perversa tradizione classica nella statuaria e un biologismo delirante e mortifero. Il nazismo contamina tutto a macchia d’olio e finisce con l’infettare l’intero retaggio culturale di un paese di grande cultura, la Germania… che non si è più ripreso», annota Jean Clair in ‹Breve storia dell’arte moderna› (2011) [12].

Non solo nella Germania di Hitler ma anche nell’Urss di Stalin l’ideologia politica soffocò ogni vera e innovativa ricerca sulle immagini. Il regime sovietico impose un ottuso realismo socialista, che poneva un macigno sulla fertile stagione cubo-futurista, suprematista, raggista. La maggioranza degli artisti dell’avanguardia russa degli anni Venti si ammazza, fugge all’estero o muore nei gulag negli anni Trenta. Majakovskij è costretto al suicidio, Mejerchol’d viene fucilato, Ėjzenštejn alla fine si piega. Il sogno dell’uomo nuovo che animava il comunismo naufraga tragicamente.

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NOTE
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[12]. J. Clair, ‹Breve storia dell’arte moderna›, Skira, Milano 2011, pp. 24 sgg.

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[]  S.  M a g g i o r e l l i,  ‹A t t a c c o  a l l’ a r t e›,  L’ A s i n o  d’ o r o,  2 0 1 7.
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