Alessandro Dal Lago racconta in ‹Mercanti d’aura› che fu proprio Ernst, che lo considerava «il proprio figlio spirituale», a inventare una macchina rudimentale per coprire le tele di piccole gocce di pittura. Intrusivo fu anche il ruolo di Hans Namuth, l’autore del famoso filmato del 1950-1951 in cui si vede l’artista che dipinge come se danzasse dentro e fuori la tela distesa per terra. Durante la lavorazione del film, che fu girato nella casa dell’artista a Long Island, racconta ancora Dal Lago, «Pollock seguiva le indicazioni del regista che gli indicava le posizioni del corpo e i movimenti. Nel sonoro dell’originale si sente l’artista chiedere a Namuth: ‘Hans, va bene come l’ho fatto adesso?’» [15]. Fu ancora Namuth a suggerire all’artista l’espediente di dipingere sul vetro in modo da poterlo riprendere da sotto, realizzando sapientemente un docufilm che consacrò Pollock internazionalmente. Intanto si acuivano le sue crisi. Che effetto ebbero, viene da chiedersi, tutti quei tentativi di manipolazione sul suo già precario equilibrio? E quanto possono aver contribuito direttamente o indirettamente al drammatico fallimento della sua ricerca, finita con un suicidio-omicidio alla guida di un’auto sportiva?
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NOTE
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[15]. A. Dal Lago, S. Giordano, ‹Mercanti d’aura›, il Mulino, Bologna 2006, pp. 110 sgg.
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[] S. M a g g i o r e l l i, ‹A t t a c c o a l l’ a r t e›, L’ A s i n o d’ o r o, 2 0 1 7.
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