Quel che propriamente mi interessa è restituire alla religione biblica il suo significato di svolta nella storia dell’umanità, anziché livellarla lungo le linee di sviluppo della storia della religione. E questo risulta più evidente partendo dall’Egitto, come faccio io, che non da una prospettiva interna alla teologia. Le mie osservazioni, ribadisco, non sono né critiche né apologetiche: sono ermeneutiche. Voglio solo capire di che cosa trattano esattamente i testi che esaminerò tra poco. Per quale motivo mettono in scena un processo di sviluppo che di fatto si affermò nella realtà storica con enormi difficoltà, rappresentandolo come una cesura e un inizio radicalmente nuovi?
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[] J. A s s m a n n, ‹N o n a v r a i a l t r o d i o› (2 0 0 6), i l M u l i n o, 2 0 0 7.
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