Il caso della costrizione è per noi più interessante. I fattori coercitivi cui ci si può appellare come scusanti sono molteplici (coercizione violenta, suggestione, patologie che causano comportamenti compulsivi, ipnosi ecc.): tutti questi fattori, ‹in quanto fanno sì che l’agente non possa fare altrimenti›, sono considerati valide ragioni per esonerare l’agente dalla responsabilità morale. Ciò ha, ovviamente, una notevole ricaduta per quanto riguarda la questione che stiamo qui discutendo: abbiamo visto, infatti, che se l’ambito dell’agire umano avesse carattere deterministico sembrerebbe definitivamente compromessa la possibilità di fare altrimenti. Se ciò è vero, allora il determinismo — giacché implica che gli agenti possano essere ‹sempre› scusati per le loro azioni in quanto non potevano non compierle — è incompatibile, oltre che con la libertà, anche con la responsabilità morale. Così scriveva, ad esempio, un acceso sostenitore del determinismo quale John Hospers:
Tutte le distinzioni morali sono cancellate […]. In ultima analisi, noi siamo le persone che siamo a causa delle innumerevoli circostanze che ci hanno modellato; dunque, anche se continueremo a lodare le azioni che ci pare vadano incoraggiate, dovremmo tenere a mente che quando si considera la questione del merito ultimo [‹ultimate desert›], allora tutti gli uomini sono uguali [14].
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N O T E
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[14]. Hospers (1961, p. 521).
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K E Y W O R D S
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[] M. D e C a r o, ‹I l l i b e r o a r b i t r i o …›, L a t e r z a, 2 0 0 4.
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