In tal modo, se anche potessimo un giorno convincerci della verità del determinismo — e perfino della necessità razionale di abbandonare i sentimenti morali, gli atteggiamenti reattivi e le attribuzioni di responsabilità —, ‹di fatto› un tale passo sarebbe per noi impossibile. La rete dei sentimenti morali infatti è, secondo Strawson, un elemento costitutivo essenziale della vita sociale e non è possibile porsi da un punto di vista ‹esterno› ad essa (ovvero da un punto di vista metafisico) dal quale giudicare della correttezza o meno dell’adozione di questa rete. Se un giorno divenissimo consapevoli di essere causalmente determinati, ciò sarebbe ininfluente sul piano pratico: noi non potremmo che continuare ad interagire, come se nulla fosse, gli uni con gli altri, alla luce del sistema degli atteggiamenti reattivi e dei sentimenti morali. La nozione di responsabilità e tutte le pratiche che ne dipendono (incluse le pratiche punitive, morali e legali) non ne sarebbero in alcun modo alterate. Con le parole di Strawson:
A mio giudizio, per gli esseri umani la partecipazione alle relazioni interpersonali ordinarie rappresenta un impegno troppo completo e troppo profondamente radicato per poter seriamente pensare che una convinzione teorica generale [come la scoperta della verità del determinismo] possa cambiare il nostro mondo al punto che non si darebbe più nulla come le relazioni interpersonali, così come noi normalmente le intendiamo [35].
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N O T E
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[35]. P.F. Strawson (1962, p. 11).
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K E Y W O R D S
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[] M. D e C a r o, ‹I l l i b e r o a r b i t r i o …›, L a t e r z a, 2 0 0 4.
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