È il 49 a.C.: dopo aver tratto il dado, Cesare ha varcato il Rubicone con le truppe in armi, dando inizio alla guerra civile. Questa azione è stata compiuta dopo una tormentata riflessione, in cui Cesare ha attentamente ponderato benefici e svantaggi dei diversi corsi d’azione che gli si prospettavano. Nulla, o nessuno, lo ha costretto ad agire in questo modo: egli, insomma, ha compiuto l’azione in piena libertà. O almeno così sembra. Dal punto di vista metafisico, infatti, i dubbi in proposito sono leciti.
In questo paragrafo, in particolare, la domanda da porci è: ammettendo che il mondo sia deterministico, possiamo veramente affermare che, passando il Rubicone, Cesare agì liberamente? Secondo il ‹Consequence Argument›, se è vero il determinismo, in realtà Cesare ‹non› agì liberamente (né avrebbe potuto farlo), perché non esistono, non sono mai esistite né mai esisteranno azioni libere. Secondo questo argomento, cioè, libertà e determinismo sono assolutamente incompatibili.
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K E Y W O R D S
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[] M. D e C a r o, ‹I l l i b e r o a r b i t r i o …›, L a t e r z a, 2 0 0 4.
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